Il SISI ha chiarito la dinamica dell'incidente avvenuto lo scorso 12 marzo, puntando il dito su «un'organizzazione inappropriata del lavoro»
BISSONE - Il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) ha pubblicato nei giorni scorsi il rapporto sull'incidente avvenuto il 12 marzo scorso, quando un elicotterò danneggiò il campanile e la chiesa di San Carpoforo.
In un primo momento si era ipotizzato che i danni erano stati causati dal carico appeso all'elicottero, il quale stava effettuando dei trasporti di materiale. Quest'ultimo avrebbe urtato la punta del campanile facendo cadere alcuni pezzi. Ma le cose sono andate un po' diversamente.
«Dopo aver trasportato il secondo di cinque carichi totali - si legge sul rapporto - il pilota stava ritornando presso il punto di carico situato nel parcheggio comunale a lato della chiesa di San Carpoforo. Al gancio della longline erano attaccate delle cinghie per legare il carico e, nel sorvolare la chiesa a bassa velocità, una cinghia penzolante era rimasta accidentalmente impigliata alla croce posta alla sommità del campanile».
Secondo il pilota, la causa dell'incidente è da attribuire al vento, il quale con forti raffiche aveva spostato la longline fuori dall'asse dell'elicottero, facendo impigliare la cinghia alla croce «in modo sfortunato». Questi, accortosi della resistenza anomala si era fermato in volo stazionario, senza tuttavia riuscire ad evitare il distacco della croce. Quanto ai danni al tetto dell'edificio religioso, sono stati causati da un sasso caduto dal colmo del campanile.
In conclusione, «l'inconveniente grave» occorso la mattina del 12 marzo è stata causata per il SISI da «un’organizzazione inappropriata del lavoro, rispettivamente una scelta sfavorevole della posizione di carico».