L'ultimo rilevamento statistico mostra una situazione «estremamente preoccupante» e i proprietari lanciano l'allarme
La Catef: «Il parco immobiliare ticinese si è ingrossato nell'ultimo anno di 3.100 unità abitative a fronte di una popolazione in calo. Il nuovo costruito schiaccia alla fine il vecchio»
LUGANO - «Non so più dove sbattere la testa. Da un anno, a Giubiasco, cerco un nuovo inquilino. Ho ridotto l’affitto di 200 franchi al mese, ma non c’è nulla da fare e il mio stabile ha solo 5 anni». Sono sempre di più i proprietari di abitazioni inghiottiti nel buco nero dello sfitto in Ticino. Franco (nome di fantasia) ha chiamato anche la Catef, la Camera ticinese dell’economia fondiaria, per sapere qual è la pigione giusta. Ma è solo un mattoncino del problema.
La parete nord dello sfitto - Mentre incombe la votazione sulle “pigioni trasparenti”, s’innalza himalaiana la quota delle abitazioni vuote. A inizio giugno, secondo l’Ufficio cantonale di statistica (Ustat), se ne contavano 7.017 unità (+378 rispetto al 2020). È una soglia psicologica che viene oltrepassata, ma fa ancora più impressione il confronto sul decennio (nel 2011 lo sfitto registrava 1.680 unità e oggi siamo all’ottavo incremento annuo consecutivo).
La Catef: «Sfitto fortissimo nei centri» - «La situazione è estremamente preoccupante - dice l’avvocato Renata Galfetti, segretaria cantonale della Catef -. Si osserva attualmente uno sfitto fortissimo nei centri urbani, ma abbiamo l’impressione che nelle valli il rilevamento sia molto lacunoso».
Chiasso cronicamente sfitta - I numeri nudi e crudi dell’Ustat abbozzano l’identikit dell’edificio che resta sul groppone al proprietario: dominano i 3 locali (sono 2.460 le unità sfitte di questo tipo in Ticino, seguite dai 4 locali con 1.736 unità); sono stabili in netta prevalenza da affittare (5.941 unità contro i 1.076 edifici sfitti in vendita), e si trovano nella fascia di frontiera. La regina dello sfitto resta Chiasso (dove il tasso di abitazioni vuote tocca il 7,17%), seguono Mendrisio (4,1%) e Lugano (3,81%); la media cantonale è del 2,83%. «A Chiasso ormai lo sfitto elevato è cronico e, come avviene in questi casi, non si riesce più ad abbassarlo» ricorda l'avvocato della Catef.
Numeri ben peggiori - A quota settemila l’ossigeno dell’affitto comincia a mancare ai proprietari? Fossero solo settemila. «La situazione è in realtà molto peggiore di quanto dicano questi numeri - avverte Galfetti -. So di una città ticinese che da due anni fa rilevamenti in proprio, mandando sul territorio la polizia comunale, e gli sfitti risultano essere tre volte tanto i numeri ufficiali».
Il nuovo schiaccia il vecchio - A complicare la situazione ci sono due tendenze contrastanti. Da un lato lo spopolamento in atto in Ticino, dall’altro l’incremento continuo di nuove costruzioni: «Si continua a costruire, tra il 2020 e il 2021, il parco immobiliare ticinese si è ingrossato di 3.100 unità abitative. Come è possibile a fronte di una popolazione in calo? È un’offerta certo standardizzata, ma che schiaccia le abitazioni più vecchie. La gente oggi cerca molto la comodità a scapito dello “charme” del vivere ad esempio nel nucleo».
«Un problema che tocca tutti» - Chi osserva il buco nero da vicino, fa sapere che il parco delle case vuote è estremamente variegato per tipologia e anno di costruzione. «È uno sfitto che tocca tutte le categorie - conclude Renata Galfetti -. C’è un 15% di sfitto nelle abitazioni nuove, ma restano senza inquilino anche case di 5, 15, 30 e più anni. E ce ne sono dappertutto nel territorio ticinese. Lo sfitto interessa tutti».