La situazione dello sfitto nei centri appariva drammatica, invece è tragica
L'impietosa conta risparmia, si fa per dire, Locarno dove si stimano 1.500 appartamenti vuoti invece dei 379 dichiarati. I sindaci delle altre città ticinesi sembrano costretti ad affidarsi ai numeri dell'Ufficio cantonale di statistica che, a sua volta, li raccoglie dalle stesse Cancellerie.
LUGANO - Un abisso nero e senza fondo. Ad inizio settimana s’è imposta la notizia che le abitazioni vuote in Ticino hanno sfondato quota 7.000. Secondo i numeri ufficiali dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat), al 1. giugno 2021, le case o abitazioni disponibili per la vendita o locazione di almeno tre mesi erano nel nostro cantone 7.017 (pari a un tasso del 2.83%). Alegher! La situazione è ben peggiore.
I veri numeri - Lo sfitto ticinese risulterebbe infatti ampiamente sottostimato, secondo una nostra verifica dei numeri nei principali centri urbani. Centri che la stessa Catef (la Camera ticinese dell'economia fondiaria) aveva indicato come l’epicentro del disastro (assieme alle valli poco monitorate). Ecco i dati raccolti da Tio/20Minuti.
Locarno - Per la città del cinema l’Ustat indica 379 abitazioni vuote (3.27%). «Abbiamo, come tanti altri, molto sfitto» non si nasconde dietro a un dito il sindaco Alain Scherrer. Quanti? «A me risulta che sono 1.500. Controlliamo puntualmente, perché quando un appartamento resta sfitto per oltre due anni finisce nel conteggio delle residenze secondarie». La città effettua controlli minuziosi nel territorio tramite il suo corpo di polizia e il controllo abitanti. In seconda battuta, la cifra viene confermata dal segretario comunale: «Erano 913 ad inizio 2021. Ma il sindaco ha detto giusto perché abbiamo la percezione che sono aumentati dopo la costruzione di diversi palazzi».
Bellinzona - Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male. Inizio lieve, per dire che all’ombra dei castelli ci si deve accontentare delle cifre ufficiali: 960 appartamenti sfitti (pari al 3.69%). Il sindaco Mario Branda: «Non ho un dato diverso da quello statistico». In una città a voi vicina lo sfitto è però quattro volte tanto, gli facciamo notare: «Ah, non so che dirle. Mi sento di affermare che è un fenomeno che va monitorato e non banalizzato».
Lugano - La città sul Ceresio soffre da anni per lo spopolamento del proprio centro storico. Non è mistero. Dopo le aggregazioni ha messo su ciccia e i numeri Ustat indicano uno sfitto complessivo di 1.555 unità (tasso 3.81%). Uomo di numeri (gestisce le finanze), il quasi sindaco Michele Foletti dispone unicamente dei dati ufficiali: «Al momento abbiamo solo i dati Ustat, per i dati dell'Uca dovrei fare un'analisi». L'uca, altri non è che l'Ufficio controllo abitanti.
Mendrisio - Nel Borgo prevale la vita a misura d'uomo e lo sfitto ufficiale indica 374 appartamenti (tasso 4.14%). «Il dato chiaramente ci preoccupa - dice il sindaco Samuele Cavadini -, perché uno sfitto alto è preoccupante. Comunque viene monitorato, anche se i nostri margini di manovra sono limitati. Stiamo facendo delle riflessioni in tal senso». Il percepito esiste: «Si vede che si è costruito tanto, ma non decresciamo come popolazione. Siamo stabili, senza crolli».
Chiasso - Incoronata come la regina dello sfitto, nella cittadina di confine si contano 392 abitazioni vuote (tasso record del 7.17%). Fu vera gloria? «Mi prende in contropiede. Devo dire che ci siamo sempre fidati dei dati statistici» rileva il sindaco Bruno Arrigoni. Ma un ordine di grandezza? «La cifra del Cantone corrisponde, secondo noi, alla realtà che abbiamo. Spingiamo sul commerciale e sugli uffici». Anche se l’uovo (il Centro ovale, ndr) è vuoto? «Vuoto, ma ci sono sempre degli interessati».
Il glossario dell'Ustat:
La statistica delle abitazioni vuote raccoglie, il 1° giugno di ogni anno, il numero di abitazioni offerte sul mercato. In molti cantoni i dati sono raccolti direttamente dall’Ufficio Federale di Statistica (UST). In Ticino le cancellerie comunali allestiscono e inviano all’Ustat l’elenco dei proprietari o amministratori di stabili abitativi nei quali vi possono essere abitazioni vuote il 1° giugno (secondo le valutazioni proprie del comune). L’Ustat invia l’apposito formulario d’indagine a tutti i proprietari o amministratori di immobili segnalati dalle cancellerie comunali (comprese le agenzie immobiliari), registra le informazioni raccolte e trasmette all’UST i dati richiesti.