A dircelo è Claudio Isabella del sindacato Ocst. «Negli ultimi anni nella regione abbiamo perso oltre 300 posti di lavoro».
BODIO - 119 milioni di fatturato nel 2022. Contro 61 nel 2024. Parlano chiaro le cifre presentate oggi dalla Imerys di Bodio per giustificare i 25 nuovi licenziamenti prospettati in Ticino.
Un duro colpo per i dipendenti, anche considerato che lo scorso anno l'azienda specializzata nella produzione di grafite aveva già tagliato una ventina di posti.
Una strategia che non ha pagato - Ma cosa sta succedendo? «Da qualche anno a questa parte Imerys ha deciso di concentrarsi sulla produzione di grafite per le batterie di auto elettriche, facendo ingenti investimenti nel settore. Il rallentamento a livello mondiale dell'auto elettrica, però, si sta facendo sentire», ci spiega Claudio Isabella, vicesegretario regionale Sopraceneri del sindacato OCST.
Personale locale - I nuovi tagli ci toccano inoltre da vicino: «La stragrande maggioranza dei dipendenti», oggi 227 in tutto, «risiede infatti in Ticino e prevalentemente nella regione di Bellinzona e Valli».
«A fare male è anche il fatto che Imerys è una ditta storica nel nostro cantone», aggiunge Isabella. Già, perché lo stabilimento industriale di Bodio venne fondato nel lontano 1908 e fu il primo in assoluto per l'azienda.
«Cercheremo di ridurre i licenziamenti» - L'OCST, però, non si arrende. «Prenderà ora il via il periodo di consultazione e cercheremo di ridurre il numero di licenziamenti prefissati. Ce la faremo, non ce la faremo? Non lo so, è prematuro dirlo».
L'intenzione di Imerys sarebbe quella di tagliare prevalentemente nel settore amministrativo. «Al momento l'azienda non intende intervenire nel settore produttivo», specifica il sindacalista. «Questo perché i vertici credono che nei prossimi anni il mercato delle auto elettriche riprenderà, e vogliono salvaguardare il know-how del personale».
«Più di 300 posti persi» - La situazione del mercato del lavoro nelle Tre Valli, intanto, desta grande preoccupazione. «Negli ultimi anni abbiamo perso parecchi posti di lavoro, più di 300. I problemi più grossi si riscontrano nell'ambito industriale, dove non c'è stato alcun ricambio». Un trend inquietante, questo, «che va a pesare anche sulla demografia della regione» e segue il tracciato di tagli e chiusure di tante altre aziende, tra le quali si possono citare Elcotherm Termogamma di Biasca, GF-Elti di Giornico, Intervalves di Biasca, OEMB di Giornico, Airlight di Biasca e Riganti Forging di Biasca.