La lista dei nomi che vi conviene tenere a mente: alla faccia di chi dice che le nuove generazioni non hanno voglia di fare
LUGANO - L'informatico 20enne arruolato da Spotify, la ballerina che insegue il sogno di Broadway. Un nuotatore 19enne in corsa per le Olimpiadi, un regista di cartoni animati, un esperto di balistica e scene del crimine. E ancora: imprenditori e ricercatori, influencer e politici. Chi è rimasto e chi è partito per l'estero. Chi ha un piede qui e uno là.
Dieci storie e interviste - I giovani ticinesi si danno da fare e, smentendo gli stereotipi generazionali, sono pronti a sacrificarsi per i propri obiettivi. Lo dimostrano le statistiche - sull'occupazione e l'emigrazione - ma soprattutto le storie. Alcune note altre meno, tutte significative: Tio.ch/20minuti ha provato a raccoglierle in una lista che non vuole essere esaustiva, e nemmeno una classifica. Ma cerca di coprire vari campi - dall'economia ai social, dallo sport alle scienze - per valorizzare un Ticino che ha stoffa da vendere.
I dati dell'Ustat - I talenti non mancano sul territorio, e non è vero che i "cervelli" siano tutti in fuga. Molte partenze sono temporanee e per motivi di studio, in media 5mila all'anno: le università d'oltre Gottardo registrano infatti un continuo aumento degli iscritti ticinesi. Anche i dati dell'Ustat sull'emigrazione fotografano un trend in crescita: nel 2011 i ticinesi tra 20 e 34 anni partiti per l'estero erano 245, nel 2017 erano più che raddoppiati, 522.
Saldo negativo - Il fuggi-fuggi in realtà riguarda tutte le fasce d'età. Nel complesso, il dato è passato da 792 partenze a 1471 in sette anni. I motivi hanno a che fare con il mercato del lavoro (meno attraente del passato e in saldo negativo), ma anche con una mobilità internazionale crescente.
«Esperienza arricchente» - Le storie raccolte da tio/20minuti mostrano che «le esperienze lontano da casa sono assolutamente arricchenti e necessarie» come racconta Matteo Gallidabino, nato e cresciuto a Pregassona, professore dell'università di Newcastle a soli 32 anni. Purtroppo poi non è sempre facile tornare indietro, «specie se ci specializza in alcune competenze di nicchia».
Ticino sì Ticino no - In ambito scientifico-tecnologico in Ticino non mancano poli d'eccellenza. «Nel campo della computer science e della ricerca esistono aziende e centri di ricerca di livello internazionale» sottolinea Gallidabino, che si occupa di intelligenza artificiale applicata alla criminologia. «Anche il settore medico-farmaceutico è molto vivace» testimonia Patrizia Marschalkova, 28enne di Monteggio tornata in Ticino dopo gli studi per fondare una startup innovativa, Dicronis.
Professore in Inghilterra - A volte la carriera - specie quella accademica - è un ostacolo al ritorno. È il caso di Gallidabino. Laurea, master e dottorato all'Istituto di scienze criminali di Losanna, è stato ricercatore (post-doc) al King's College di Londra. Alla Northumbria University di Newcastle insegna e studia le applicazioni forensi dell'intelligenza artificiale. Qualcosa di «poco esplorato e poco redditizio per il mercato» per cui il 32enne dubita di «potere mai seguire la mia passione in Ticino».
«Addio Lugano» - Ma la passione è nata proprio qui, a Pregassona dove è cresciuto assieme al fratello Andrea, 30 anni (oggi sta facendo un dottorato in informatica all'Usi). «Non veniamo da una famiglia di accademici, ma i nostri genitori ci hanno sempre stimolati alla ricerca e alla curiosità». Al Liceo Lugano 1 Matteo andava «bene in chimica e biologia, male in fisica» ricorda. Ha scelto gli studi forensi «su suggerimento di un amico» e la strada lo ha portato lontano: «Non escludo di tornare in Svizzera, a Losanna magari. Lugano? Ci ho messo una pietra sopra, con grandissima sofferenza».
La startup farmaceutica - Patrizia Marschalkova invece al suo Malcantone non ha rinunciato. Figlia di immigrati slovacchi, è tornata a Monteggio dopo un master in farmaceutica al Politecnico di Zurigo. Con sé ha portato una spin-off innovativa: Dicronis, azienda creata assieme al compagno di studi Jovan Jancev. «L'idea è nata durante il mio progetto di tesi. Volevo creare uno strumento che aiutasse le persone malate di cancro nella fase post-terapica». L'apparecchio ideato da Patrizia permette ai pazienti, a domicilio, di diagnosticare una malattia cronica che insorge spesso dopo i trattamenti oncologici (il linfedema).
«Possibilità allettanti» - Nel 2017 l'azienda si è aggiudicata la StartCup Ticino, e un finanziamento di 50mila franchi da Cantone, Fondazione Agire e banca Efg. Non è un paese per giovani imprenditori? In Ticino secondo Patrizia «in realtà l'offerta di fondi d'investimento è molto allettante. Ci sono diverse startup con grande potenziale e il territorio fa un ottimo lavoro per valorizzarle. Forse a volte manca la voglia di uscire dai confini cantonali, andare oltre Gottardo».
Il mago dei droni - Federico Augugliaro oltre Gottardo ci si è trasferito. Anche lui laureato a Zurigo, in ingegneria meccanica. Poi un master in robotica e un dottorato sui droni, sua passione da quando aveva 20 anni. Oggi ne ha 31 ed è direttore di produzione di un'altra startup incubata dall'Ethz: la Verity Studios. Ha 60 dipendenti e realizza coreografie con i droni sui palcoscenici di mezzo mondo: Circo Knee e Cirque Du Soleil sono alcuni dei clienti, ma anche i Metallika e il rapper Drake.
Da Mendrisio al mondo - «Tutto è iniziato con la tesi di laurea su un drone danzante» racconta. «Poi mi sono specializzato in algoritmi sempre più complessi, per coordinare il volo di più droni». Spettacoli acrobatici che sono in realtà dei capolavori di programmazione. E dire che «al liceo a Mendrisio ero più orientato sulle materie letterarie e storia - ricorda -. Ma la robotica ha soppiantato ogni altra passione». Tanti viaggi, inglese e tedesco come lingua del quotidiano. «A volte non ricordo le parole in italiano» scherza.
Cartoni in fuga - L'inglese serve del resto, e porta fortuna. L'ha portata almeno a Simone Giampaolo, 29enne di Vacallo che in Inghilterra ha studiato animazione digitale ed è approdato ai Blue Zoo Studios di Londra, uno dei più importanti produttori di cartoons britannici. L'anno scorso ha lasciato l'azienda, per lui «come una sorta di famiglia adottiva inglese». Ha firmato con Aardman, la casa d'animazione autrice di “Galline in fuga” e “I primitivi”. «È stato un sogno che si avvera ma anche una scelta sofferta, necessaria per trovare nuova ispirazione» ha raccontato in un'intervista a tio.ch/20minuti. Ora si occupa di cortometraggi e sta lavorando a un film «sulla crisi climatica e il nostro ruolo al suo interno». Da produrre magari proprio in Ticino.
Il genio delle app - Patrick Balestra è un'altra conoscenza di tio/20minuti. Almeno fin dai 16 anni, quando venne selezionato nientemeno che dalla Apple, per un campus estivo: la storia fece il giro della Svizzera. "Smanettone" sui banchi del liceo di Bellinzona, oggi il 23enne di Monte Carasso lavora per un altro colosso della new-economy, Spotify. Si è trasferito a Stoccolma, nel quartier generale dell'azienda: qui si occupa di sviluppare applicazioni.
Dall'Usi a Stoccolma - Appena laureatosi all'Usi, a Lugano, Patrick ha subito ricevuto «diverse offerte interessanti», ci ha raccontato in un'intervista. «Ho scelto la strada più affascinante. La musica è una delle mie passioni, assieme all'informatica». Tornare in Ticino? Non lo esclude, ma «per ora non ho molta fretta» confessa. «Il mondo è grande e ho ancora tante cose da imparare».
Lo studente con 240mila follower - Alexandre Pelloni è un altro 23enne, ma ha passioni più umanistiche. Il latino e la natura. Studia Lettere all'università di Friburgo, e nel tempo libero pubblica sui social foto di paesaggi elvetici. Particolarità: è uno degli influencer più seguiti della Svizzera. Su Instagram ha accumulato la bellezza di 240mila seguaci.
La sfida a scuola - Tutto è iniziato alla scuola di Commercio a Bellinzona, dove il giovane romando-ticinese si è «sempre scontrato con i compagni di classe che criticavano la Svizzera senza conoscerla». Viaggiando spesso oltre Gottardo per motivi famigliari, «ho iniziato a scattare foto per far mostrare loro il nostro splendido paese e le diversità fra ogni cantone». Proprio i compagni alla Commercio gli hanno consigliato «di condividere le foto sui social e così è iniziato tutto».
Un hobby redditizio - I social e la fotografia sono «soltanto un hobby» assicura il 23enne, anche se non nega che «grazie alla notorietà sono riuscito a collaborare con diverse aziende e musei» aiutandosi nelle spese per gli studi. «Ma non penso di farne un mestiere. La mia passione è viaggiare e ammirare le bellezze che ci offre madre natura».
«Mai montarsi la testa» - Anche Noé Ponti ha assaporato presto la notorietà. Il 18enne di Quartino è una promessa del nuoto, accumula da anni medaglie e titoli, e a marzo si è aggiudicato quello di campione svizzero dei 200 metri in stile "delfino". Da allora «qualcosa è cambiato anche a scuola, quando passo per i corridoi le ragazze mi guardano un po' di più» ammette. «Ma cerco di non distrarmi e di non montarmi la testa».
Sport e scuola - Il primo obiettivo: qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo del 2020. Il secondo è diplomarsi al liceo di Locarno, che Noé frequenta da "sportivo d'elite" con un percorso speciale (cinque anni anziché quattro). «Il tempo per studiare è poco, con tutti gli allenamenti e le trasferte» spiega. «Ma faccio di tutto per non trascurare la mia formazione». I voti? «Ho la media del 4/5, non mi lamento».
Il vivaio-Ticino - Lo sport non è tutto, in fondo. E Ponti sa bene che «serve sempre un piano di riserva e soprattutto nel nuoto, che purtroppo dà da vivere a pochi». Per questo il 18enne ha già deciso: andrà all'università. Probabilmente all'estero, dove «chi fa sport durante gli studi è maggiormente supportato anche economicamente, penso agli Stati Uniti ad esempio». In Ticino invece «il nuoto è ancora marginalizzato rispetto all'hockey e al calcio» e «le strutture per allenarsi sono veramente poche. C'è molta strada da fare». Eccezione di rilievo: il Centro Sportivo di Tenero. Che guarda caso è a pochi minuti da casa di Noé. «Una vera risorsa per il territorio e per tanti giovani come me».
Da Losone a Rio - A Tenero è di casa anche Ajla Del Ponte. La velocista 23enne di Losone è stata nominata per due volte di fila "sportiva ticinese dell'anno" dalla fondazione Aiuto Sport Svizzero, nel 2016 e 2017. Nella sua precoce carriera ha già infilato diversi successi: a cominciare dalla staffetta alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (terminata alla semifinale). In un'intervista a tio.ch/20minuti aveva raccontato il suo entusiasmo e il «sogno» di correre tra grandi campioni. «Riuscire a realizzarlo mi ha lasciato incredula» confessava.
Di traguardo in traguardo - Il prossimo traguardo di Ajla, come per il più giovane Noé Ponti, sono le Olimpiadi di Tokyo. Un'occasione «unica, un’organizzazione spettacolare e fuori di testa». Ma nel frattempo la 23enne non si è fatta mancare niente: gli europei di Lille nel 2017, i mondiali di Londra, e infine la medaglia d'argento ai campionati svizzeri nei 60 metri, due mesi fa.
Votazione eccezionale - I giovani si impegnano dunque: e lo fanno anche in politica. Fabio Käppeli, classe 1995, ha da poco iniziato la seconda legislatura da deputato in Granconsiglio. Con 38.307 voti e 11.729 preferenze è stato il settimo più votato nel suo partito (il Plrt). Ed è stato il giovane ad avere realizzato il miglior risultato, assieme alla sua coetanea ed ex compagna di classe Laura Riget (vedi sotto).
«Ho imparato tantissimo» - Prima dei banchi del Parlamento, la passione politica è nata su quelli del liceo di Bellinzona. «Ho avuto la fortuna di studiare in un ambiente stimolante, dove il dibattito era incoraggiato» racconta il 23enne. «Mi sono lanciato prima nell'associazionismo e nell'attivismo, poi nella politica fino al parlamento, da cui ho imparato tantissimo negli scorsi quattro anni». Nel frattempo non ha trascurato gli studi - Diritto a Lucerna - anche se, ammette, «ho dovuto allungare i tempi per conciliare l'università con il mio hobby».
«Osate e buttatevi!» - Hobby rischioso, Käppeli lo sa. «Solo per pochissime persone la politica diventa una professione, e questo dipende dagli elettori. È un terreno incerto». Ma il suo consiglio ai coetanei è «non esitare e buttarsi. Osare in tutti i campi». Quelli in cui il 23enne si è "buttato" e su cui si concentrerà nei prossimi quattro anni in Parlamento: formazione, mobilità e sanità.
Candidata da record - Dalla stessa scuola, stessa classe del "rivale" Käppeli è uscita Laura Riget. Nella rosa del Ps, è stata la più giovane candidata al consiglio di Stato alle elezioni appena trascorse. Prima del Parlamento, la 23enne è riuscita a laurearsi (in Storia e Scienze Politiche a Zurigo) e a iniziare uno stage ai servizi delle Camere a Berna, come assistente della presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio.
«Secchiona» con orgoglio - La politica per lei «è una continuazione naturale del percorso di studi» e non si vergogna di essere una ragazza seria. «Portare serietà e preparazione nella politica, soprattutto in questi tempi, penso sia importante. Anche se non sempre è popolare». A chi la definisce una "secchiona" risponde con auto-ironia: «Non faccio sport, è vero, ma mi piace passeggiare in montagna. Ogni tanto».
La buona scuola - In compenso Riget è ferratissima sui temi che le stanno a cuore: il mercato del lavoro, le pari opportunità, la formazione. «Se ho intrapreso questa strada - conclude - è merito anche della scuola. Ho avuto la fortuna di incontrare docenti validi che, ancor prima delle nozioni, hanno insegnato a me e ai miei compagni l'importanza di avere un'opinione, uno spirito critico». La buona vecchia scuola ticinese. Che in questa carrellata di talenti è comparsa di sfuggita: ma forse, dopotutto, ne è la vera protagonista.