Respinto un rapporto di minoranza
BELLINZONA - Una seduta parlamentare quella di oggi (15 aprile) iniziata nel ricordo degli ex deputati Fabio Vassalli e Donatello Poggi, scomparsi di recente, e con gli auguri della presidente dell'Ufficio presidenziale Nadia Ghisolfi ai nuovi eletti usciti dalle consultazioni comunali.
Poi i lavori sono entrati nel vivo: il tema del lavoro (dalle proposte di parti dell'arco parlamentare per arginare il fenomeno del frontalierato ai tragici numeri di chi perde la vita lavorando) è stato indubbiamente fra gli argomenti più "sensibili" toccati dal dibattito. L'intervento di Fabrizio Sirica ha ricordato gli incidenti mortali sul lavoro (sua la mozione "Lavoratori morti sul posto di lavoro: assicurarsi almeno che sia fatta giustizia!”), che in Ticino tra il 2012 e il 2022 sono stati 34 (il numero di chi ha perso la vita per il lavoro sale a «62 se si calcolano anche le malattie professionali» ha ricordato il deputato).
Un tema spesso derubricato con la definizione di "morti bianche", «definizione per me inaccettabile» ha sottolineato, invitando a non guardare «al singolo caso ma al contesto» per individuare le eventuali «responsabilità politiche e sociali». Il dato riferito secondo cui «su 7 inchieste» per morti da lavoro, «nessuna si è ancora conclusa», ha voluto porre l'accento sull'accelerazione dell'accertamento delle responsabilità e ancora una volta sull'importanza della prevenzione. A tale proposito l'aula ha votato il rapporto (75 sì, 7 astenuti, 0 contrari, con relatore Luca Renzetti) della Commissione economia e lavoro secondo cui «la strada giusta da intraprendere sia da una parte delle formazioni approfondite su temi specifici e dall’altra, procedere nel costante rafforzamento del rapporto tra la Polizia e gli organi competenti» in modo che la Polizia «possa svolgere il suo miglior ruolo di raccordo delle funzioni specialistiche (polizia scientifica) sia nelle attività preventive, sia in quelle accertative dei livelli sicurezza dei luoghi di lavoro».
Altro argomento caldo quello dei frontalieri: non è passato il rapporto di minoranza (relatore Alain Bühler) che chiedeva di approvare la mozione "Prima i nostri: non dimentichiamocene nel 2019-2023" di Lara Filippini (che ha ricordato che la modifica dell'articolo della Costituzione voluta dal popolo è rimasta solo sulla carta, «questo Parlamento non vuole stare dalla parte dei lavoratori e lavoratrici ticinesi»), e di approvare «parzialmente» la mozione di Sabrina Aldi sull'obbligo di residenza per i nuovi frontalieri assunti in lavori statali e parastatali. È passato invece il rapporto di maggioranza con 51 sì, 32 «no» e 4 astenuti, che ha posto in essere l'invalicabilità del "diritto federale" riguardo ai temi proposti da Filippini e Aldi, come ha ricordato il relatore del rapporto Marco Noi dei Verdi, non nascondendo comunque il fatto «che vi sia qualcosa che non funzioni, con salari bassi con i quali non si arriva a fine mese, è sotto gli occhi di tutti».
Ha espresso tutto il suo disappunto Sergio Morisoli (UDC), «disappunto per avere messo assieme un tema vecchio 8 anni associandolo ad altri due temi. Un voto popolare e una modifica di un articolo costituzionale: l'applicazione oggi è ancora aperta, denunciamo questo assenteismo e la volontà di non affrontare il problema». E ha rimarcato il fatto che per «usi e costumi, quando il popolo vota una certezza c'è sempre e l'organo istituzionale preposto la esegue», votando il rapporto di minoranza come hanno fatto anche Avanti con Ticino&Lavoro e PC-POP.