Lo sostiene l'Onu, per bocca di Antonio Guterres secondi i quali «un mondo più giusto è ancora possibile»
NEW YORK - Il bilancio del 2020 ha il segno più alla disuguaglianza tra ricchi e poveri. Il Covid, secondo l'analisi dell'Onu, ha aumentato nel mondo la disoccupazione, la fame, il numero di persone che hanno bisogno di aiuti alimentari, di bambini che non andranno più a scuola.
Quella che stiamo vivendo «non è solo una crisi sanitaria globale, ma è anche una grave crisi economica e del lavoro che ha un enorme impatto sulle persone», ha dichiarato il direttore generale dell'Organizzazione internazionale del Lavoro, Guy Ryder.
Le Nazioni Unite prevedono, infatti, che nel 2021 saranno 235 milioni le persone bisognose di assistenza umanitaria. Questo aumento di circa il 40% rispetto al 2020 è quasi interamente una conseguenza della pandemia.
L'impatto maggiore della crisi che il mondo attraversa, poi, grava sulle donne, il cui tasso di povertà è aumentato di oltre il 9 per cento, invertendo decenni di progressi per sradicare la povertà estrema. Per superare tutto ciò serve un 'New deal' come quello lanciato nel dopoguerra.
Secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres i livelli di povertà e disuguaglianza osservati quest'anno sono tutt'altro che inevitabili e un mondo più giusto è ancora possibile, indipendentemente dagli shock acuti che possono arrivare, come il covid-19.
Dunque Guterres ha espresso la speranza che la pandemia possa innescare le trasformazioni necessarie per rafforzare i sistemi di protezione sociale. Il mondo, secondo il capo delle Nazioni Unite, ha bisogno di un New Deal globale «in cui potere, risorse e opportunità siano meglio condivisi ai tavoli decisionali internazionali» e in cui «i meccanismi di governance riflettano meglio le realtà di oggi».