Ha aumentato lo stipendio ai dipendenti, riducendo il suo: così la sua Gravity Payments è decollata.
Ora dice sì alla “Billionaire's Tax” e punta a diventare un modello da seguire tra i capitani d'industria statunitensi.
NEW YORK - «Sei anni fa ho alzato il salario minimo dei dipendenti della mia azienda a 70mila dollari all’anno. Fox News mi definì un socialista i cui impiegati sarebbero presto finiti a chiedere l’elemosina. E invece da allora i nostri introiti sono triplicati, siamo diventati un caso di studi alla Harvard Business School ed è decuplicato il numero dei dipendenti che ha comprato casa».
Dan Price, l’imprenditore più illuminato d’America, affida a Twitter il bilancio della piccola rivoluzione iniziata nel 2015, quando decise di tagliarsi lo stipendio da 1,1 milioni di dollari a 70mila garantendo così a tutti i sui 130 dipendenti di partire dalla stessa cifra annua di base. La decisione era arrivata dopo essersi reso conto che molti dei suoi impiegati, oltre a essere profondamente insoddisfatti, erano anche costretti a fare lavoretti extra per far quadrare i conti.
Un gesto bollato come folle in una delle città più importanti dell’economia statunitense, casa di titani come Amazon, Starbucks, Microsoft. Price, classe 1984, è il CEO di Gravity Payments, una compagnia di Seattle che si occupa di elaborare carte di credito. Qualcuno lo ha definito l’anti-Zuckerberg perché da qualche anno la sua missione è quella di cambiare i connotati del capitalismo americano. Negli Stati Uniti, difatti, in media il capo di una azienda guadagna ben 320 volte in più dei suoi dipendenti.
Secondo Price, un’inversione di rotta è possibile e soprattutto si tramuterebbe anche in maggiori introiti per le stesse compagnie. Se le cose vanno così bene tra le mura di Gravity Payments è perché i dipendenti sono soddisfatti e di conseguenza producono di più e meglio, spiega l’imprenditore. Ma non solo. A essere aumentato di dieci volte è anche il numero di chi ha messo su famiglia ed ha avuto figli. In una intervista a The Hill, Price ha dato il suo entusiasta appoggio alla cosiddetta “Billionaire's Tax”, l’imposta che l’ala più progressista del Partito democratico vorrebbe imporre ai Paperoni. Ora la missione di Dan Price è quella di diventare un esempio e un modello da seguire per i capitani dell’industria americana.