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Quelle sette che ti entrano in casa: il lato oscuro del fanatismo

L'ombra di un culto si allunga anche sul recente fatto di sangue avvenuto nel Palermitano. Un mondo meno distante di quanto non appaia
L'ombra di un culto si allunga anche sul recente fatto di sangue avvenuto nel Palermitano. Un mondo meno distante di quanto non appaia

Ha ucciso la moglie e ne ha bruciato il corpo per poi accanirsi contro i suoi figli di 5 e 15 anni, morti strangolati con una catena. La missione dell'uomo, un operaio cinquantaquattrenne della provincia di Palermo, era quella di compiere un esorcismo, e liberare l'abitazione e i propri famigliari dalla presenza di spiriti maligni. «Dentro mia moglie e i miei due figli si nascondeva il demonio, per questo li ho uccisi: era l'unica cosa da fare», ha dichiarato.

Il caso
L'omicida, Giovanni Barreca, era un fanatico religioso appartenente alla Chiesa Evangelica e avrebbe commesso il crimine insieme a due presunti complici. Tutti si sarebbero autodefiniti "soldati di Dio". A rendere ancora più agghiacciante la vicenda è il coinvolgimento della figlia 17enne di Barreca, che avrebbe partecipato attivamente alle torture ai danni di madre e fratelli. Chi conosce bene Barreca lo descrive come una persona strana, ossessionata dalle visioni mistiche, e dall'idea dell'esistenza del demonio. «Vedeva demoni dovunque - ha raccontato una conoscente - mi diceva che il mio divano era pieno di demoni e che era opportuno disfarsene». L'ombra della setta religiosa si allunga su di un delitto efferato che ha visto tante giovani vite sacrificate sull'altare del fanatismo religioso che devasta la libertà di pensiero e la capacità critica delle persone che ne rimangono, a propria volta, vittime.

Lo sguardo sulle sette
Della pericolosità delle sette ne avevamo ampiamente parlato ma si tratta di un argomento che offre sempre nuovi spunti di riflessione. Se da una parte, però, la tentazione è quella di analizzare il fenomeno con una sorta di distacco, pensando riguardi solo poche e ben definite realtà lontane dal vivere comune, d'altra parte non bisogna dimenticare che il fascino esercitato dalle sette religiose non solo è in costante crescita ma riesce a infiltrarsi sottilmente, a differenza di ciò che si pensa, anche nelle pieghe della nostra vita quotidiana. Le sette religiose, per intendersi, non sono più, o per lo meno non sono solo, i gruppi di uomini incappucciati che compiono sacrifici animali nei cimiteri, secondo la iconografia classica, ma gruppi di persone che, sfruttando i moderni mezzi di comunicazione, riescono a infiltrarsi nella vita delle persone facendo leva su personali fragilità e debolezze.

ImagoNon solo pentacoli, rituali e sacrifici animali. Il mondo delle sette è molto più vicino (e comune) di quanto non appaia.

Come moderni "pifferai magici"
Del tema ne ha parlato, in un suo recente articolo, il quotidiano la Repubblica che ha intervistato in merito la psicologa clinica e forense Lorita Tinelli, fondatrice e presidente del Cesap, Centro Studi sugli Abusi Psicologici, consulente dell'Aivs, Associazione Italiana Vittime delle Sette, e autrice del saggio "Sette e manipolazione mentale", scritto insieme a Marco Marzari, avvocato e rappresentante della parte civile nel processo contro Wanna Marchi. Secondo la dottoressa Tinelli, le sette religiose si possono trovare perfino nelle scuole dove «si nascondono a volte dietro iniziative per la prevenzione delle droghe. Gli istituti, non rendendosene conto, le invitano in classe».

Lo stesso discorso vale per le aule universitarie dove «attirano gli studenti con corsi per potenziare la memoria o migliorare il metodo di studio». In questi casi si parla di psicosette, quando cioè, come detto da Tinelli, «i capi usano strumenti di manipolazione psicologica molto sofisticati. Si entra in un gruppo esclusivo che esclude il mondo esterno, se non per tentare di reclutare altre persone (…) il reclutamento sfrutta preoccupazioni personali o paure per il futuro, rispondendo ai dubbi con verità assolute dispensate da quei veri e propri pifferai magici che sono i capi». Come spiegato dalla Tinelli, in una intervista con il Quotidiano Nazionale, mentre la setta satanica, intesa in senso classico, tende a chiudersi in se stessa escludendo il mondo esterno, le nuove sette, dette appunto psico-sette, «si propongono l'obiettivo opposto: il reclutamento è il loro punto di forza (…) le nuove sette ti entrano in casa: internet, gruppi sociali tematici, incontri online e semplici depliant. Le promesse e le prospettive sono le più varie: benessere fisico e spirituale, crescita personale, potenziamento intellettuale, successo professionale».

Un grande complice chiamato pandemia
La pandemia da Covid-19, che ha rappresentato per la popolazione mondiale un periodo di smarrimento e paura della morte, ha acuito ancora di più il fenomeno, e le sette si sono trovate a rappresentare, ancora di più, un rifugio sicuro per sfuggire alla paura dell'isolamento, e il senso di smarrimento davanti a un evento tanto pauroso. A fronte di una pandemia mondiale che ha scardinato ogni certezza, un numero crescente di persone ha cercato delle risposte ai propri dubbi, non tanto nella scienza ufficiale, ma nella via salvifica indicata da pseudo-santoni che, consapevoli di poter far leva sulle fragilità dei propri adepti, li hanno legati a sé con false promesse di guarigione e salvezza.

«Nessuno è immune al richiamo di una setta - ha spiegato la dottoressa Tinelli su Fanpage - nella mia lunga esperienza ho conosciuto persone di tutti i tipi che hanno aderito a vari gruppi settari. L'unica caratteristica che accomuna i possibili seguaci è uno stato di fragilità emotiva, che può accadere a ognuno di noi in qualsiasi momento della vita». È proprio facendo leva su queste fragilità che la setta riesce a insinuarsi nella vita delle persone in difficoltà, prima inondandole d'amore e d'affetto, il cosiddetto "love bombing", di modo da vincolarle sempre più al volere del gruppo per poi, in un secondo momento, sfruttare questo vincolo di fedeltà per ottenere dei vantaggi, molto spesso di natura economica.

Depositphotos (uvaduf68@gmail.com)La pandemia, che ha rappresentato per la popolazione mondiale un periodo di smarrimento e paura, ha acuito ancora di più il fenomeno, e le sette si sono trovate a rappresentare un rifugio.

Le persone che entrano a far parte di una setta si sentono legate al guru, e agli altri adepti, da un obbligo di fedeltà che li porta, solitamente, ad allontanare tutti coloro che sono in disaccordo con il pensiero comune del gruppo, e a vivere con un costante senso di colpa l'idea di sviluppare un pensiero critico nei confronti dei dettami del santone di turno. Alla luce di questo patto d'obbedienza, le persone che entrano in un sistema settario sono disposte a sopportare le umiliazioni e violenze, spesso di natura sessuale, più terribili, nella convinzione che sia il pegno da pagare per la permanenza all'interno della setta. La volontà viene minata da un costante avvicendarsi di premi e punizioni che riducono il seguace a un burattino nelle mani del leader carismatico.

Cos'è una psicosetta?
Il concetto di psicosetta venne introdotto per la prima volta da Margaret Thaler Singer, una psicologa e scrittrice statunitense, esperta delle problematiche legate al cosiddetto "lavaggio del cervello" e alle tecniche di controllo mentale. Secondo la studiosa, devono intendersi con questa definizione «i culti con un rimarchevole grado di controllo basato sulla persuasione sociale e individuale», e sono frutto dei cambiamenti, sociali ed economici, degli anni Settanta che hanno portato al diffondersi di gruppi che propugnavano dottrine per conoscere meglio se stessi e le proprie potenzialità.

A differenza delle sette religiose, che rendono palese la propria missione, le pseudosette mascherano le proprie finalità presentandosi come associazioni culturali o scuole di formazione preposte all'organizzazione di incontri formativi. Di fatto, però, non cambiano le tecniche manipolatorie messe in atto nei confronti della vittima, come l'allontanamento della persona dai propri famigliari e amici. Come affermato da Maurizio Alessandrini, fondatore e presidente dell'Associazione Famigliari Vittime delle Sette, Favis, in un articolo del quotidiano online Linkiesta del 2016, «le famiglie vengono considerate responsabili delle energie negative che gravitano sugli adepti. Si pretende silenzio e segretezza».

Depositphotos (SvetaZi)Le pseudosette mascherano spesso le proprie finalità presentandosi come associazioni culturali o scuole di formazione.

Spezzare le catene di questo genere di dipendenza è possibile ma molto difficile. Come spiegato dalla dottoressa Tinelli su Repubblica «molto dipende dalle risorse personali. La setta ti insegue, ti minaccia anche perché ormai sa tutto di te. La persona che è fuoriuscita è sola e debole, nel frattempo ha lasciato la famiglia, le amicizie. È sola e deve cercare di guardare la vita con occhi diversi, soprattutto come riprendersi la vita». Uscire da una setta, quindi, è possibile, anche se richiede uno sforzo fisico e mentale non indifferente. Di fondamentale importanza, come detto dagli esperti, è l'aiuto fornito proprio da quei famigliari e amici che vengono allontanati per perseguire la volontà di entrare a far parte di un gruppo che, purtroppo, di salvifico non ha proprio niente.


Appendice 1

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ImagoNon solo pentacoli, rituali e sacrifici animali. Il mondo delle sette è molto più vicino (e comune) di quanto non appaia.

Depositphotos (AntonioGuillemF)

Depositphotos (uvaduf68@gmail.com)La pandemia, che ha rappresentato per la popolazione mondiale un periodo di smarrimento e paura, ha acuito ancora di più il fenomeno, e le sette si sono trovate a rappresentare un rifugio.

Depositphotos (SvetaZi)Le pseudosette mascherano spesso le proprie finalità presentandosi come associazioni culturali o scuole di formazione.

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