Sono le destinazioni turistiche più pericolose e inquietanti del mondo
È indiscutibilmente arrivata l'estate e, con essa, il caldo afoso e un'incredibile voglia di lasciare tutto e andare in vacanza. Un momento questo, atteso dalla maggior parte delle persone che, per un anno intero, favoleggiano su come poter spendere al meglio i propri giorni di riposo. Le mete turistiche da favola non mancano e scegliere quale di esse prediligere può diventare complicato. Meglio il mare cristallino della Sardegna o una vacanza culturale in una capitale europea? Crociera nel Mediterraneo o trekking in alta quota? Quale che siano i dubbi da sciogliere, vi è una incrollabile certezza: meglio tenersi lontano dai molti luoghi pericolosi o inquietanti sparsi per il nostro pianeta che, di certo, avrebbero il potere di rovinare la vacanza anche ai meglio intenzionati. Ovviamente, stilare una classifica di quale siano i luoghi pericolosi da evitare non è possibile, potendo variare questo standard da persona a persona. Ciò che può mettere in difficoltà un viaggiatore può rivelarsi affrontabile per un altro, e lo stesso dicasi per il concetto di brutto o inquietante. Qui però cercheremo di parlare di quei luoghi che obiettivamente sono molto dissimili da ciò che si intende per meta turistica; posti oggettivamente pericolosi, inquietanti o spaventosi, per la loro storia o le leggende che li caratterizzano, e che non possono essere certo presi in considerazione come mete di una vacanza intesa in senso proprio. Il resto, poi, sono gusti.
Bolivia, il Cammino della morte - Dal punto di vista meramente naturalistico, un luogo che merita una menzione d'onore tra quelli più pericolosi è la famigerata North Yngas Road, da La Paz a Coroico, un villaggio nella valle di Yungas in Bolivia, meglio noto come il 'Camino de la Muerte'. Scavata, negli anni Trenta, dai prigionieri paraguaiani, è una strada larga poco più di tre metri e si inerpica fino a 4.600 metri di altezza sul livello del mare. Questo percorso, prima della costruzione di una strada nuova alternativa, era l'unico percorribile dalle persone e dai mezzi di trasporto, costretti a viaggiare su di una strada strettissima, non asfaltata e priva di qualsiasi protezione atta a proteggere i viaggiatori dai numerosi e spaventosi strapiombi che la caratterizzano, insieme alle numerose croci a ricordo di chi non ne è uscito vivo. Il Camino de la Muerte continua ad essere molto frequentato da appassionati di mountain bike a dir poco avventurosi che, oltre alla pericolosità del tragitto, devono fare i conti anche con la nebbia e la pioggia che spesso rende la percorribilità di questa strada ancora più difficoltosa.
Turkmenistan, la Porta dell'inferno - Altro luogo sicuramente molto suggestivo anche per i viaggiatori più temprati è la cosiddetta 'Porta dell'inferno' nel mezzo del deserto di Karakum, in Turkmenistan. Si tratta del cratere gassoso Darvaza, del diametro di 70 metri ed una profondità di 20 metri, nato a seguito di un incidente industriale che brucia senza sosta dal 1971, anno in cui i geologi hanno appiccato intenzionalmente le fiamme per evitare la diffusione di gas metano presente al suo interno. La visione di questa voragine infuocata è a dir poco suggestiva, e richiama alla mente l'immagine degli inferi, così come classicamente rappresentati, ed il bagliore che si sprigiona è visibile a chilometri di distanza. Nel 2013, l'esploratore del National Geographic George Kourounis divenne la prima persona a penetrare all'interno del cratere per raccogliere campioni di terreno ed eseguire l'analisi dei gas emessi, e tale esperienza è stata descritta come “molto più spaventosa, molto più calda e molto più grande di quanto pensassi”.
Brasile, l'isola dei serpenti - In questo ideale itinerario dei posti più suggestivi e pericolosi del mondo non si può non fare tappa anche a Ilha de Queimada Grande, nota anche come l'Isola dei Serpenti, che dista circa 35 chilometri dalla città di Peruibe, nello Stato di San Paolo. Questo spaventoso nome deriva dal fatto che sull'isola vi sia una quantità di vipere a testa di lancia dorate, Bothrops insularis, fuori dal comune: si stima una media da uno a cinque serpenti per metro quadro, adattatesi perfettamente al territorio circostante. Tali vipere, infatti, cacciano le proprie prede sugli alberi, catturando anche gli uccelli in volo, che uccidono grazie ad un veleno divenuto cinque volte più letale rispetto alle vipere continentali. Per anni, l'unico abitante dell'isola è stato il guardiano del faro incaricato di impiantare una coltivazione di banane, mai riuscita. A causa della presenza di tali serpenti letali, il governo brasiliano ha inibito qualsiasi visita all'isola, e rimane da chiedersi se vi sia davvero qualcuno che vi si vorrebbe recare in gita di piacere.
Cina, perdere la vita sul Fiore della montagna - Non è consigliato a chi è debole di cuore neanche una escursione sul monte Hua shan, 'Fiore della montagna', vicino alla città di Huayin, nella provincia di Shaanxi, in Cina, costiuito da cinque picchi di cui il più alto tocca i 2.160 metri di altezza. Coloro che vogliono sperimentare una ascesa a piedi della montagna devono inizialmente salire delle scale molto ripide per poi arrivare al tratto conosciuto come Changong Zhandao, della lunghezza di 4 metri e di appena 30 centimetri di larghezza. Di fatto si tratta di una strettissima passerella in legno ancorata alla parete di roccia e fiancheggiata da una catena a cui reggersi, anche se in certi tratti manca persino questa. Procedendo nel percorso le cose diventano, se possibile, ancora più difficili e gli incauti viaggiatori si trovano ad affrontare una parete di roccia verticale potendo fare affidamento solo su degli striminziti gradini ricavati nella roccia e sulla solita instabile catena. Il percorso è punteggiato da bellissimi templi taoisti per visitare i quali un gran numero di visitatori ha perso la vita.
Giappone, la foretsa dei suicidi - Se i luoghi dove poter mettere alla prova la resistenza delle proprie coronarie non mancano, che dire di quelle mete turistiche che fondano la propria fama sulle paure più ataviche delle persone? Morte, macabre leggende, fantasmi, inquietanti pagliacci e ossa umane fanno da corollario ad una vacanza di certo indimenticabile. La Foresta di Aokigahara, in Giappone, reca all'ingresso un cartello in cui si invitano i visitatori a non attraversarla da soli. Ogni anno, sono un centinaio le persone che si tolgono la vita al suo interno e non è difficile imbattersi in indumenti o ossa di chi ha deciso di farla finita in questa foresta, nota anche come 'Mar nero di alberi'.
Messico, l'isola delle bambole - Nella piccola cittadina di Milton, in Scozia, ad uccidersi sono invece i cani lanciandosi dal cosiddetto 'Ponte dei cani suicidi'. Secondo la leggenda locale i cani che lo attraversano tendono a saltare nel vuoto senza un apparente motivo, anche se è probabile che fosse solo un modo utilizzato dai cacciatori locali per sbarazzarsi dei propri vecchi cani da caccia. Nella zona sud di Città del Messico si trova il quartiere di Xochilmico, caratterizzato dai suoi caratteristici canali, ma conosciuto principalmente per la spaventosa Isla de las Munecas, o Isola delle bambole, per via delle oltre 2.500 bambole, o parte di esse, appese agli alberi, travi o sparse tra l'erba. Logorate dal tempo, private di arti o occhi e in pessime condizioni, le bambole offrono uno scenario da film horror molto amato dagli amanti del cosiddetto 'turismo nero'.
Finlandia e le sue inquietanti sculture - Molto apprezzato dagli amanti del genere è il Veijo Rönkkönen Sculpture Garden, opera dell'omonimo artista finlandese che, in oltre cinquant'anni di attività, realizzò più di 200 statue inquietanti, alcune fornite di veri denti umani, e dotate di altoparlanti che emettono suoni incomprensibili, o la St. George Church nel piccolo villaggio ceco di Lukova, abbellita, si fa per dire, da una serie di raccapriccianti figure velate realizzate dall'artista Jakub Hadrava. L'installazione, realizzata nel 2012, doveva dare l'idea di una riunione di paurosi fantasmi e, in effetti, l'opera ebbe così successo che non venne più smantellata. Per chi invece ha una paura folle dei pagliacci è altamente sconsigliato un soggiorno al Clown Motel di Tonopah, nel Nevada. Sito vicino ad un cimitero e riconoscibile per la bizzarra facciata a pois, per le porte dai colori vivaci e per le due gigantesche figure di clown che troneggiano all'ingresso, ospita una collezione di oltre 3 mila figure di clown, bambole, dipinti e murales tutti raffiguranti clown dall'aspetto più o meno inquietante, compreso l'arcinoto Pennywise di kinghiana memoria.
Sulla carta, questi luoghi scoraggerebbero anche il viaggiatore più temerario, ma rimane la certezza che sia proprio della natura dell'uomo voler sfidare se stesso, facendo qualcosa che sarebbe meglio non fare. E ciò vale anche in vacanza.