Nel novembre scorso fu aggredita da alcuni genitori che la accusavano di molestie nei confronti di alcuni alunni
CASTELLAMMARE DI STABIA - Maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne: accuse come macigni che hanno fatto scattare le manette ai suoi polsi, quelli di un'insegnante che nel novembre scorso era stata aggredita dai genitori di alcuni alunni che l'accusavano di atteggiamenti inaccettabili e violenti verso i loro figli minorenni.
Dopo le denunce sono scattate le indagini dei carabinieri che oggi hanno eseguito il fermo della docente di sostegno, di 40 anni, che insegna all'Istituto scolastico Catello Salvati di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Ne da notizia il Corriere della Sera.
L'insegnante in occasione dell'aggressione subita da alcuni genitori riportò anche delle ferite, così come anche il padre che era accorso a scuola per riportarla a casa e preso di mira anche lui.
Seguirono delle denunce, da cui emerse che il motivo dell'azione violenta - così raccontarono i genitori degli alunni - era dettato da ciò che i loro figli avevano raccontato. E cioè che l'insegnante - riporta il Corsera - «durante l'orario scolastico (con la scusa di impartire ripetizioni)» li avrebbe condotti «in un'aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata "La saletta" e lì avrebbe ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di natura sessualmente esplicita (fatti di riferimenti a proprie esperienze in materia o di indicazioni su come e dove toccarsi o toccare, anche in parti intime, i partner)».
Inoltre, avrebbe anche «invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando finanche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale».
Le dichiarazioni rese dai minorenni sono poi finite nel faldone d'indagine che ha portato stamane all'arresto dell'insegnante.
La Procura, nella richiesta di arresto, parla di «uno stato di soggezione degli alunni rispetto all'insegnante» che «avrebbe anche minacciato i minorenni di essere bocciati, di far andare i genitori in carcere e di mandare loro stessi in comunità se non avessero mantenuto il segreto. Minacce rafforzate anche da una millantata relazione della professoressa con un esponente delle forze dell’ordine» riporta ancora il quotidiano milanese.
I carabinieri hanno rinvenuto sul telefonino della docente «numerosi messaggi vocali» e «materiale pornografico compatibile con quello descritto dalle vittime nel corso della loro audizione».
La donna si trova adesso nel carcere femminile di Benevento.