Nel weekend riparte la Bundesliga, altre grandi Leghe potrebbero seguire a breve.
Arno Rossini: «Non credo che il pallone possa tornare a essere normale molto presto»
BERLINO - Ci siamo. Ancora pochi giorni e il grande calcio europeo ripartirà. Stiamo parlando solo della Bundesliga, certo, e negli stadi non ci saranno spettatori; sapere che lo sport “più bello del mondo” andrà nuovamente in scena è però confortante. È un raggio di sole dopo mesi di nubi fitte.
«Gli appassionati saranno certamente felicissimi per questo nuovo inizio – ha sottolineato Arno Rossini – è solo un campionato, non ci sarà lo spettacolo al quale siamo abituati però... è calcio».
Dopo la Bundesliga potrebbe scattare la Premier League, “autorizzata” da Boris Johnson. Poi potrebbe essere anche la volta di Serie A e Liga.
«È di nuovo il pallone. Un amico mi ha detto: “arrivavano il sabato e la domenica ed ero disperato. Non sapevo come distrarmi”».
Possiamo dire che questo calcio sarà lontano anni luce da quello al quale eravamo abituati?
«Senza pericolo di essere contraddetti. I ritmi saranno diversi. L'intensità sarà diversa. Le motivazioni cambieranno. E poi non ci sarà il pubblico».
Che hai più volte evidenziato come elemento fondamentale dello spettacolo.
«Senza, c'è meno trasporto. Le emozioni vissute – da chi gioca come da chi guarda – sono minori. Però, insomma, non mi sembra il caso di questionare troppo. Dopo quanto vissuto, accontentiamoci di quello che passa il convento».
Il tifoso come tornerà a confrontarsi con questo sport? Anche le feste saranno in qualche modo sconsigliate...
«Ci sarà certamente un comportamento un po' più distaccato del passato davanti a certi risultati. Penso a un titolo vinto dalla tua squadra del cuore: l'emozione provata sarà forse più intima. Anche perché le parate in strada – quelle con il bus scoperto - non saranno di certo permesse. La ferita c'è e rimarrà aperta ancora a lungo».
A proposito di titoli. Mai come quest'anno, dove i giochi sono ancora aperti, saranno possibili delle sorprese.
«Sono d'accordissimo. Le squadre che rivedremo in campo non sono le stesse che abbiamo “lasciato” tre mesi fa. Qualche campione inaspettato? Penso sia molto probabile».
Quello che assaggeremo sarà uno zuccherino prima della nuova normalità?
«Non credo che il pallone possa tornare a essere normale molto presto. Con le tribune piene intendo. Ci vorranno ancora dei mesi, forse tutta la prossima stagione prima che tutto sia riaperto. A quel punto però, è sicuro, gli stadi saranno presi d'assalto. Con tutta la fame arretrata che avranno i tifosi...».
Questo per la gioia dei presidenti.
«Di quelli che saranno bravi e riusciranno a resistere a una situazione drammatica. Perché di club che rischiano il fallimento ce ne sono molti. Si deve stringere i denti ancora a lungo...».