Congelati i beni di Abramovich. Ripercussioni di rilievo anche per i Blues: chiuse le biglietterie e i negozi del club.
Il proprietario della società londinese è stato inserito nella lista degli oligarchi russi sanzionati dal governo inglese. Ci sono conseguenze anche sul calciomercato.
LONDRA - Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, è finito nella lista degli oligarchi russi sanzionati dal governo inglese come misura di repressione a seguito del conflitto armato in Ucraina. Lo ha comunicato Liz Truss, ministra degli Esteri britannica, precisando che ad Abramovich sarà proibito effettuare transazioni e viaggiare nel Paese.
Al 55enne, che nei giorni scorsi aveva annunciato la decisione di vendere il Chelsea e destinare i ricavati alle vittime della guerra, verranno dunque congelati tutti i beni. Il prezzo di vendita del club londinese era stato fissato a circa 3 miliardi di sterline.
La misura va a toccare direttamente anche il Chelsea e i suoi tifosi. Il club potrà avere una licenza speciale per l'ordinaria amministrazione - come pagare gli stipendi e partecipare alle competizioni -, ma la vendita della società al momento è stata bloccata. Il motivo? Evitare che Abramovich possa trarre qualsiasi genere di profitto dalla sua cessione.
Oltre a questo, non potranno più essere venduti i biglietti per le singole partite. Di conseguenza, a Stamford Bridge, potrà accedere solo chi è già in possesso di un abbonamento. Bloccata anche la vendita delle maglie e qualsiasi altra attività di merchandising. Le sanzioni del Governo inglese potrebbero ripercuotersi anche sul mercato. Vietato al momento vendere, acquistare o rinnovare contratti di calciatori in scadenza (come ad esempio Rudiger, Azpilicueta e Christensen).