Tuchel e le sanzioni ad Abramovich: «Farei di tutto pur di partecipare alla Champions. Io ci sarò, noi ci saremo».
Per i Blues non è un momento semplicissimo, ma il tecnico prova a tenere il morale alto in vista della trasferta di Lille. La gara d'andata degli ottavi è finita 2-0 per i londinesi.
LONDRA - Ritrovatosi in una situazione complicata dopo la decisione del Governo britannico - che congelando i beni degli oligarchi russi ha colpito anche Roman Abramovich, proprietario del club - il Chelsea vive in un clima di grande incertezza. Bloccato il mercato, stoppata la cessione della società, chiuse tutte le attività di merchandising: al momento resta garantita solo l'ordinaria amministrazione, come pagare gli stipendi e partecipare alle competizioni.
«In base alle mie ultime informazioni abbiamo ancora un aereo e possiamo usarlo,... dovremmo prenderlo molto presto – ha scherzato in conferenza stampa Tomas Tuchel, mister dei londinesi - In caso contrario andremo in treno, altrimenti in autobus. Oppure sono pronto a guidare un pulmino con sette posti. Lo farò, segnatevi le mie parole: se qualche anno fa mi avessero chiesto cosa sarei stato disposto a fare pur di giocare una partita di Champions, avrei risposto “qualsiasi cosa”. È passato tanto tempo ma le cose non sono cambiate. Perché dovrebbero? Io ci sarò, noi ci saremo».
Anche sull’immediato futuro il 48enne tedesco parla chiaro. «Se resterò fino al termine della stagione? Non ci sono dubbi. Dopodiché seguiremo quello che accade, perché sappiamo che il club è in vendita e potrebbero esserci dei cambiamenti che non dipendono da noi».