Alfred "Fredy" Gröbli, ex giocatore di Lugano e GC, sull'imminente Europeo: «Sono positivo perché abbiamo un bel gruppo»
«Forse negli anni, dopo aver dato e ricevuto tanto dal calcio, si è un po' seduto e non ha quella fame che un CT dovrebbe avere».
COLONIA - Poche ore e sarà Svizzera-Ungheria. Un match attesissimo, un match immediatamente da non sbagliare. La febbre è altissima e fra chi non vede l'ora di vedere all'opera i rossocrociati in Germania c'è il 76enne Alfred Gröbli, ex giocatore di Lugano e GC (con la Cavellette si laureò campione svizzero nel 1971), della Nazionale B elvetica e oggi dietro le quinte nel Collina d'Oro, squadra reduce dalla promozione in Prima Lega Classic.
«Assisterò a tutte e tre le partite della Svizzera - ci ha raccontato "Fredy" - Sono positivo perché abbiamo un bel gruppo, composto in gran parte da giocatori che hanno già vinto qualcosa. Questo è importante».
Chi, per la Svizzera, sarà decisivo?
«So che in Svizzera la sua figura divide, ma Granit Xhaka è un leader incredibile. Come giocatore può piacere o meno, ma un elemento con un simile carisma non è facile da trovare e ogni allenatore ha bisogno di un elemento come lui. A mio avviso, le sorti del nostro Europeo dipenderanno in gran parte proprio da Xhaka».
È reduce da una stagione strabiliante con il Leverkusen...
«Sì, è vero, ma guarderei anche a quello che ha dimostrato a Londra con l'Arsenal. A un certo punto, in più di un'occasione, era stato fischiato dai suoi tifosi, per poi far loro cambiare idea. Non con le parole, ma a suon di prestazioni. Solo i veri campioni come lui fanno parlare il campo».
Cosa serve per andare lontano a un Europeo?
«La difesa. E noi abbiamo una buona tenuta difensiva. Anche con due fenomeni davanti, se non hai un reparto arretrato stabile, non vai da nessuna parte».
...e il tanto chiacchierato Shaqiri?
«Purtroppo non ha i 90' nelle gambe, lo si è visto nelle amichevoli. Capisco che a una certa età si possano fare delle scelte economiche, ma poi bisogna accettare il fatto che non progredisci. E in America, più che i risultati, conta lo show attorno al calcio. Lo si nota in TV ogni volta che si guarda una partita... Ad ogni modo, Shaqiri il lampo ce l'ha ancora e allora affidiamoci a quello».
Chi potrebbe essere una sorpresa?
«Amdouni mi piace moltissimo. Ha tantissima fame, ha i piedi per terra, ha voglia di dimostrare quanto vale. Fossi nel nostro selezionatore, lo metterei sempre in campo».
Cosa pensa di Murat Yakin?
«Personalmente non lo conosco. Ma dall'esterno, mi sembra che abbia poca fame. Forse negli anni, dopo aver dato e ricevuto tanto dal calcio, si è un po' seduto e non ha quella fame che un CT dovrebbe avere. Non me lo vedo fare gli straordinari... Con l'arrivo di Giorgio Contini le cose potrebbero cambiare. Oggi lo staff è più completo e Contini, forse, porta più energia nello spogliatoio».