La commissione dell'Alto Reno chiede un regime eccezionale rispetto alle misure introdotte da Berlino
AARAU - Nella regione di confine svizzero-tedesca non deve essere applicato il controllo obbligatorio, tramite tampone, dei frontalieri ogni 48 ore, deciso dal governo di Berlino. È la richiesta della commissione dell'Alto Reno (Hochrheinkommission, HRK), di cui fanno parte Argovia, Sciaffusa e il Land del Baden-Württemberg.
Il traffico frontaliero locale dovrebbe continuare a beneficiare di un regime eccezionale, scrive oggi in un comunicato la commissione. Le nuove regole su test e ingressi emanate dalla Germania ieri potrebbero avere un «forte impatto negativo» sulla regione di frontiera.
La Germania potrebbe designare la Svizzera come territorio ad alta incidenza a causa del numero delle infezioni. Ai 60'000 pendolari del Baden-Württemberg che lavorano nella Confederazione, le nuove norme impongono un tampone del coronavirus ogni due giorni.
Stando alla HRK, ciò equivarrebbe di fatto «a una chiusura della frontiera», in quanto non sarebbe conveniente predisporre una tale capacità di test. La regola colpirebbe in modo particolarmente duro i dipendenti nel settore sanitario e dell'assistenza.
Il presidente della commissione e consigliere di Stato argoviese Stephan Attiger invita pertanto il governo del Baden-Württemberg a sfruttare il suo margine di manovra discrezionale, così da adeguare quanto deciso da Berlino e garantire un'assistenza sanitaria sicura nella zona.
L'esecutivo di Basilea Campagna questa settimana ha invece proposto che chiunque entri in Svizzera per più di 24 ore si sottoponga a un test antigenico rapido. Gli esami andrebbero eseguiti indipendentemente dalla nazionalità della persona e, in caso di positività, dovrebbero portare immediatamente all'isolamento dell'interessato.