Simonetta Sommaruga informa sull'avvio della consultazione relativo all'ordinanza per una riserva invernale
BERNA - Per prevenire una situazione di penuria di elettricità nel prossimo inverno, il Consiglio federale ha già deciso una serie di misure. Tra queste si annoverano la costituzione di una riserva di energia idroelettrica, la realizzazione di una centrale di riserva a Birr (AG), l'aumento delle capacità della rete di trasporto, il piano di salvataggio delle aziende elettriche di rilevanza sistemica, la temporanea riduzione del prelievo dai deflussi residuali nonché la campagna di risparmio energetico.
Il 7 settembre 2022 il Consiglio federale ha adottato l'ordinanza* sulla costituzione di una riserva di energia idroelettrica (entrata in vigore il 1° ottobre 2022). Quest'ordinanza verrà ora integrata e trasformata in un'ordinanza sulla riserva invernale in modo che, oltre alla riserva di energia idroelettrica, comprenda anche le centrali elettriche di riserva e i gruppi elettrogeni di emergenza.
«Colpiti dalla guerra» - «La guerra in Ucraina colpisce anche la Svizzera - ha sottolineato la consigliera federale Simonetta Sommaruga rendendo noto l'avvio della consultazione del Consiglio federale relativa all'ordinanza sulla riserva invernale e che durerà fino al 18 novembre -. La Russia ha chiuso il rubinetto del gas e la situazione attuale mostra la vulnerabilità svizzera, causa della dipendenza dall'approvvigionamento energetico estero. In questo senso stiamo lavorando per diventare più indipendenti riguardo all'approvvigionamento energetico».
Secondo le disposizioni, le centrali elettriche di riserva dovranno mettere a disposizione una potenza complessiva fino a 1000 MW, completando così la riserva di energia idroelettrica. Possono partecipare alla riserva i gestori di centrali elettriche alimentate a gas o ad altri vettori energetici. Queste centrali producono elettricità soltanto per la riserva, ma non per il mercato. Alla costituzione di una riserva - ha spiegato Sommaruga - possono partecipare anche i gruppi elettrogeni di emergenza. Ai gestori di gruppi elettrogeni di emergenza che partecipano alla riserva già a partire da febbraio 2023 potrebbero venire ad aggiungersene altri a partire dal tardo inverno 2022/23 o dall'inverno successivo.
«Scaldiamo meno» - Non manca l'invito alla morigeratezza: «Riscaldare un grado in meno consente di risparmiare il 6% di energia», ha aggiunto Sommaruga.
Le prime centrali elettriche di riserva potranno entrare in esercizio già a febbraio 2023. Laddove necessario, i proprietari di centrali elettriche idonee, o altre imprese, potrebbero essere obbligati a partecipare alla riserva. Inoltre potranno essere indetti bandi per la costruzione e l'esercizio di nuove centrali elettriche di riserva che potrebbero così entrare in esercizio nel giro di qualche anno.
I gestori di queste centrali e dei gruppi elettrogeni di emergenza, otterranno un compenso per i costi fissi e, in caso di prelievo effettivo, un'indennità che comprenda anche i costi legati alla disponibilità operativa. Il finanziamento avverrà tramite il corrispettivo per l'utilizzazione della rete di trasporto. Sono quindi i consumatori di elettricità a sostenere i costi della riserva.
I dettagli su condizioni per l'impiego e il prelievo della riserva sono disciplinati dalla ElCom.
Aumentano i costi - I costi per le centrali elettriche di riserva, compresi i gruppi elettrogeni di emergenza, relativi al periodo che va dall'inverno 2022/23 all'inverno 2025/26 sono stimati complessivamente a circa 580 milioni di franchi.
Tra questi non sono compresi i costi variabili che insorgerebbero in caso di impiego effettivo delle centrali elettriche di riserva. Nel caso della riserva di energia idroelettrica i costi relativi al periodo che va dall'inverno 2022/23 all'inverno 2025/26 sono stimati approssimativamente a un totale di circa 2,2 miliardi di franchi.
Da ciò consegue un aumento del corrispettivo per l'utilizzo delle rete a carico dei consumatori di elettricità negli anni 2024-2026 (le tariffe 2023 sono già state fissate), pari a una media di circa 1,4 centesimi per chilowattora (0,4 ct./kWh per le centrali elettriche di riserva e 1 ct./kWh per l'energia idroelettrica di riserva).
«Per una famiglia media si parla di 40 franchi supplementari l'anno», ha spiegato il direttore dell'Ufficio federale dell'energia (UFE) Benoît Revaz.
Werner Luginbühl, presidente della Commissione federale per l'elettricità (ElCom), non si aspetta che le centrali di riserva debbano funzionare costantemente. «La Svizzera continuerà a essere in grado di importare elettricità, ma queste centrali elettriche potrebbero entrare in funzione con buone probabilità nella seconda metà dell'inverno».
Secondo il Consiglio federale, anche l'ordinanza sul CO2 sarà adeguata. Ciò garantisce che le centrali di riserva partecipino al sistema di scambio di emissioni in modo da non gravare sul bilancio complessivo di CO2.
*L'ordinanza risale al 16 febbraio 2022, data in cui il Consiglio federale aveva deciso di elaborare le disposizioni necessarie alla costruzione e all'esercizio di centrali elettriche destinate a far fronte ai picchi di carico. Il fondamento è costituito dal «Konzept Spitzenlast-Gaskraftwerk» (Concezione centrale elettrica a gas di picco, testo disponibile solo in tedesco), emanato dalla ElCom, che prevede a partire dal 2025 una potenza di riserva pari a 1000 Megawatt (MW). Con decisione del 17 agosto 2022, il Consiglio federale ha precisato i successivi passi, anticipando anche la realizzazione di centrali elettriche di riserva. Affinché le disposizioni esplichino un effetto già nel corso di quest'inverno, vengono ora integrate nell'ordinanza sulla riserva invernale. Di durata limitata alla fine del 2026, l'ordinanza dovrà essere sostituita il più presto possibile da una normativa in forma di legge.