Ogni anno in Svizzera vengono sprecate oltre 14mila tonnellate di carne e non solo.
BERNA - Una fila di toast che fa il giro dell'Equatore, una distesa di cavoletti di Bruxelles in grado di coprire l'intero lago di Sempach, una montagna di bistecche di manzo impilate alta come 342 volte il Cervino. Sono le immagini surreali utilizzate dal WWF per descrivere la quantità di cibo sprecato che avviene ogni anno in Svizzera, in occasione della giornata di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare che per l'organizzazione non governativa coincide con oggi. Stando infatti al rapporto «Driven to Waste» pubblicato domenica, annualmente in tutto il mondo circa il 40% del cibo prodotto viene scartato. Ciò vuol dire che tutto il cibo che è stato prodotto tra il 1° gennaio di quest'anno e oggi, 26 maggio, è finito direttamente nella spazzatura. Uno spreco inammissibile che incide su gravi problemi di rilevanza ambientale e mondiale, quali deforestazione, emissioni di anidride carbonica, perdita di biodiversità e di risorse idriche.
Uno spreco di risorse e denaro - «Quasi il 30% degli sprechi alimentari in Svizzera - spiega Mariella Meyer, esperta di nutrizione di WWF Svizzera - avviene nel contesto domestico, per via di ciò che gettiamo nella pattumiera», dice. Ogni anno infatti 170mila tonnellate di pane, oltre 250mila di verdure fresche e oltre 14mila di carne di manzo finiscono nei rifiuti, con un costo complessivo pro capite di 600 franchi all'anno.
Catena del valore - In generale, poi, oltre allo spreco che avviene sulle tavole, la perdita avviene anche sulla catena del valore. «Invece di finire nel nostro stomaco, il 55% del cibo va perso durante la coltivazione e la produzione, oppure viene altrimenti utilizzato per i mangimi», dice.
Punta il dito sulla perdita di nutrienti che avviene nel processo di trasformazione degli alimenti. «Si prenda ad esempio il pane. Dal grano alla farina bianca, una buona parte si perde in crusca, spesso impiegata come cibo per gli animali; in realtà, il chicco intero per noi sarebbe particolarmente salutare», poiché ad alto contenuto di fibre. «Il nostro sistema alimentare ha deragliato - aggiunge -. Mentre una persona su dieci nel mondo ha troppo poco cibo, un terzo dell'umanità è in sovrappeso e si ammala sempre più spesso in conseguenza a uno stile di vita malsano».
Il ruolo del consumatore - Oltre all'industria, anche il consumatore svolge un ruolo importante nella catena. «Come consumatori, possiamo prestare attenzione a pianificare meglio gli acquisti. Per quanto riguarda i prodotti con termine minimo di conservazione scaduti, si può verificare se sono ancora commestibili per un po' di tempo osservandoli, annusandoli e assaggiandoli. Di solito - conclude - sono ancora buoni».
Cosa possiamo fare nel quotidiano? I consigli del WWF
Poiché causiamo un terzo degli sprechi alimentari, anche noi consumatori figuriamo tra le principali cause di questo fenomeno. Seguendo dei semplici consigli, ognuno di noi può contribuire a valorizzare correttamente gli alimenti:
• evita gli acquisti inutili: prima di fare la spesa, dai un'occhiata al frigorifero
• pianifica la spesa creando menu e fai una lista della spesa
• acquista prodotti fresch più spesso e in modo più mirato: è meglio rispetto a comprare grandi quantità ogni settimana senza poi riuscire a consumarle
• affidati ai sensi: verifica anzitutto se i prodotti scaduti non sono davvero più commestibili, la maggior parte è comunque edibile anche dopo la data di scadenza indicata.
• utilizza i servizi contro lo spreco alimentare: applicazioni come «Too Good to Go» sono utili per salvare alimenti sull’orlo di essere buttati e gustarli a basso costo
• smaltisci correttamente i rifiuti: non smaltire i rifiuti alimentari nel sistema fognario, estrarli dall'impianto di trattamento delle acque reflue consuma ulteriore energia