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SVIZZERA/GERMANIAUccisa dal suo stalker: «Lui non accettava di non essere ricambiato»

07.04.22 - 16:17
Parla la madre della vittima dell’omicidio-suicidio avvenuto martedì ad Amburgo. La ragazza era cresciuta in Svizzera.
Imago/20minuten
Fonte 20Minuten/Daniel Graf
Uccisa dal suo stalker: «Lui non accettava di non essere ricambiato»
Parla la madre della vittima dell’omicidio-suicidio avvenuto martedì ad Amburgo. La ragazza era cresciuta in Svizzera.
E svizzero era anche il suo omicida. «Lui sapeva esattamente cosa sarebbe successo. Non aveva comprato il biglietto di ritorno».

AMBURGO - «Era chiaramente uno stalker» il 22enne svizzero che ha ucciso una sua coetanea martedì ad Amburgo. Lo racconta la madre della vittima, una giovane di cittadinanza tedesca, ma cresciuta in Svizzera.  

B.U.*, l’autore del gesto, risiedeva nel canton Turgovia e andava a scuola con il fratello della ragazza, spiega la madre. «Si è innamorato di mia figlia, ma lei non ricambiava. E lui questo non l’ha mai voluto accettare». U. ha perseguitato S.D* per circa nove mesi, scrivendole pagine e pagine di lettere e lunghi messaggi su Whatsapp. «Se lei dava anche il minimo segnale positivo, lui le dichiarava il suo amore. Se lei non rispondeva, lui diventava veramente aggressivo».  

Due anni e mezzo fa, racconta poi la madre della ragazza, S.D. si è trasferita ad Amburgo per realizzare il suo sogno di diventare un’attrice di musical e frequentare una scuola specifica. «Dopo aver studiato molto per il diploma di maturità ed essere arrivata ad Amburgo, è rimasta chiusa in casa a causa della pandemia. Ora pensava di poter finalmente iniziare a godersi la vita. Invece è morta».

E, riguardo all'atto stesso: «Sembra che B.U.* avesse pianificato tutto. Prima di partire aveva detto al suo insegnante che aveva qualcosa di importante da fare ad Amburgo. A quanto pare non aveva comprato un biglietto di ritorno. Penso che sapesse esattamente cosa voleva fare ad Amburgo, e che non sarebbe mai tornato». Il giovane aveva prenotato una stanza nell’hotel che si trova in faccia all’appartamento di S.D., spiega ancora la madre della vittima. «Credo che abbia visto la sua coinquilina uscire di casa, poi ha sparato a mia figlia». 

Secondo la madre della ragazza, il giovane soffriva di problemi psicologici e aveva romanzato una relazione inesistente con sua figlia. «Credo si sia detto: se non posso averla, allora toglierò la vita a me e a lei. Un atto psicotico tragico-romantico».

A novembre lei gli aveva detto senza mezzi termini che non voleva nulla con lui, aggiunge la madre. «Tre giorni dopo è comparso davanti alla porta del suo appartamento ad Amburgo e l’ha minacciata». E, ora che il peggio è diventato realtà, non mancano i sensi di colpa. «Sapevo che mia figlia aveva paura di lui. E oggi mi biasimo. Anche se la polizia non avrebbe potuto fare molto, avrei almeno potuto parlare con i genitori del ragazzo». 

La madre vuole ora lanciare un messaggio: «Mia figlia era una persona generosa, calorosa, aperta, felice, forte e laboriosa. Non aveva nemici. Ma questo non ti protegge dallo stalking». E, rivolgendosi a tutti i genitori: «Il mio consiglio è questo: se notate che qualcosa di simile sta accadendo a vostro figlio, prendetelo sul serio, affrontate i genitori dello stalker e, se necessario, informate la polizia».

* (iniziali cambiate)

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