Fa discutere il caso del complesso residenziale nella periferia zurighese da svuotare entro ottobre. E gli inquilini promettono battaglia.
LANGNAU AM ALBIS (ZH) - 284 lettere di sfratto, per “svuotare” un complesso abitativo a Langnau am Albis (ZH) per, in parte demolirlo, e rinnovarlo completamente.
Dopo il caso delle case Sugus di Zurigo sta facendo discutere Oltralpe il destino delle centinaia di famiglie che fra a fine settembre si troveranno senza una casa.
«Sono anni e anni che si parla di ristrutturazione e adesso ci toccherà trovare una nuova casa da qui a sei mesi?», racconta esterrefatto un inquilino 63enne, «inizialmente ci era stato garantito dalla proprietà che il rinnovo sarebbe avvenuto gradualmente, dandoci la possibilità di trasolcare temporaneamente in appartamenti “ponte” mentre i nostri venivano sistemati per poi ritornarci in via definitiva...».
Così però non è stato, la proprietà - l'assicurazione Zurich - ha deciso per uno sgombero di massa. Agli inquilini è concesso un periodo di proroga di 12 mesi, dietro a firma di un accordo che impedisce agli stessi qualsiasi azione legale contro il progetto di costruzione.
«Non ci stiamo, ci stiamo organizzando e ci faremo valere», continua l'uomo, «la domanda di costruzione non è ancora arrivata in Municipio ma la lettera di sfratto sì, è scandaloso».
L'inizio dei lavori è previsto per il 1° ottobre 2026. Secondo la società di gestione immobiliare Apleona Schweiz AG, gli inquilini non possono rimanere nello stabile perché sono necessari «ingenti lavori di ristrutturazione che riguardano cucine, bagni, impianti idraulici, pavimenti e rivestimenti, scale, facciate, tetti, finestre e aree comuni», spiega l'immobiliare.
«La possibilità che gli inquilini rimanessero negli edifici interessati è stata presa in considerazione», comunica Apleona, «l'entità dei lavori è però tale da rendere questa via non percorribile».
«Per molti di noi sarà impossibile trovare un appartamento a questo prezzo», continua l'uomo. Gli stabili del complesso Vita sono edifici popolari relativamente attempati (sono stati costruiti negli anni '60) e danno alloggio a famiglie a basso reddito o in situazioni complicate, «è impossibile pensare di trovare qualcosa di analogo, 1'160 franchi per tre locali con parcheggio... non è un prezzo da mercato».
Tornando a chi è stato intimato a lasciare: «Tantissimi vivono qui da molto tempo e hanno redditi modesti, per la maggior parte delle persone questo sfratto è una catastrofe. Si tratta di un approccio sconsiderato e antisociale».
Non è d'accordo la proprietà che conferma che una parte dell'approccio odierno verrà mantenuto: «Il progetto attuale è una via di mezzo fra la conservazione degli stabili attuali e la necessità impellente di appartamenti nuovi, quello che vogliamo dare è un contributo duraturo allo sviluppo di questa comunità».