L'onere ricadrà su chi vorrà farsi esaminare o sulle rispettive assicurazioni malattia
BERNA - Diverse disposizioni della Legge Covid-19 che si sono dimostrate efficaci nella lotta contro la pandemia saranno estese in caso di una nuova ondata fino al giugno 2024. Tuttavia, come deciso oggi dal Consiglio nazionale per 93 voti a 91, dal 2023 la Confederazione non si sobbarcherà più i costi dei test.
L'onere ricadrà su chi vorrà farsi esaminare o sulle rispettive assicurazioni malattia, ha stabilito la camera del popolo che su questo aspetto della legge si è allineata agli Stati. In questo modo, la Confederazione risparmierà 120 milioni di franchi. Per la cronaca, Berna ha già dovuto sborsare 2,1 miliardi per i test del 2021 e 1,6 miliardi di franchi quest'anno.
Gran parte della sinistra e del Consiglio federale erano contrari a questa soluzione, giudicando che si trattasse di una decisione prematura: in pieno inverno la diffusione del virus e il rischio di trasmetterlo è all'apice, ciò che spinge le persone a farsi testare maggiormente. Il Consiglio nazionale aveva inizialmente proposto che la Confederazione continuasse a pagare almeno fino al 31 marzo, scontrandosi però sempre col "niet" degli Stati.
La legge è in vigore da quasi due anni e scadrà il 31 dicembre 2022. Alcune misure sono state mantenute fino al giugno 2024 per tenere conto della natura endemica della malattia con potenziali picchi. Le disposizioni sul certificato Covid saranno quindi estese. Se il certificato non viene più utilizzato in Svizzera, potrebbe essere sempre richiesto all'estero, in particolare nell'UE. La sua compatibilità internazionale deve quindi essere garantita.
Anche la base giuridica dell'applicazione di tracciamento SwissCovid, disattivata il 1° aprile 2022, rimarrà in vigore. Ciò significa che, se necessario, il software potrà essere riattivato nell'inverno 2023/2024.
L'estensione riguarda anche la promozione dello sviluppo di farmaci contro il coronavirus e le norme per la protezione delle persone vulnerabili. Inoltre, prevede disposizioni per gli stranieri e i frontalieri in caso di chiusura dei confini.
La legge Covid-19 è in vigore dal 26 settembre 2020: raccoglie in un unico testo le numerosi disposizioni emanate dal Consiglio federale nella fase calda della pandemia mediante la legislazione di emergenza. Nel frattempo è stata modificata quattro volte. Contro questa normativa è stata lanciato per due volte il referendum, vedendo gli avversari della normativa sempre sconfessati alle urne.
Prima di entrare in vigore, le Camere dovranno anche decidere sulla clausola d'urgenza per un'entrata in vigore immediata della legge.