Germano Mattei (MontagnaViva) di fronte all'ultimo attacco a un gregge sbotta: «Adesso basta, a mali estremi soluzioni estreme»
CAVERGNO - «Con il loro non agire, le istituzioni preposte stanno distruggendo l'arco alpino: gli allevatori vogliono abbandonare le loro attività e svuotano gli alpeggi. Non ne possono più di questa mattanza. A questo punto, che si organizzino squadre di otto-dieci cacciatori per abbattere i lupi che uccidono i loro animali».
«Non si vuole capire la gravità del fenomeno» - Sa che la proposta porta dritto fuori dai confini della legge ed è lui stesso ad ammetterlo, «ma di fronte alla illegalità di chi non vuole capire la gravità del fenomeno e non procede agli abbattimenti che la nuova ordinanza prevede dopo un certo numero di predazioni, è necessario intervenire: a mali estremi soluzioni estreme» tuona Germano Mattei, del Movimento MontagnaViva.
Gli ultimi attacchi: «I lupi in mezzo alle cascine» - A fargli ribollire i pensieri sono stati gli ultimi attacchi dei predatori avvenuti in alcuni alpeggi ticinesi. «Vuole che le faccia l'elenco di questi ultimi giorni? Sul Ritzberg, sopra a Bosco Gurin, ancora due pecore predate che portano il conto a 13 - afferma - più un lama morto dopo essere precipitato giù dalle rocce. A Corippo i lupi sono arrivati in mezzo alle cascine e hanno sbranato un agnello davanti a gente che urlava, per non parlare di quello che accade alle pendici del Monte Generoso e delle due grosse predazioni avvenute nella zona della Greina». In quest'ultimo attacco tredici ovini sono rimasti uccisi e dieci sono ancora dispersi.
«Uffici preposti gestiti da pro-lupi?» - «Di fronte a così tanta inerzia, come non pensare che probabilmente chi gestisce gli uffici preposti sia "pro-lupi": perché è inammissibile questo immobilismo. Se la nuova legge ha abbassato a 6 il numero di predazioni che consente poi al Cantone di chiedere l'abbattimento, qui da noi i numeri sono ampiamente superati».
«La nuova legge entrata in vigore il 1° luglio» - La nuova legge, appunto, che dal 1° di luglio norma la materia: il Consiglio federale, «nel caso dei lupi singoli presenti nelle regioni in cui in precedenza sono già stati registrati danni», ha ridotto da dieci a sei predazioni di animali da reddito «la soglia di danno determinante per l’abbattimento. Inoltre, anche singoli lupi possono ora essere abbattuti se costituiscono un grave pericolo per le persone».
La soglia di danno - si legge in una nota dello stesso Consiglio Federale, «è stata ridotta anche per la regolazione dei branchi. I Cantoni possono ora presentare all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) una domanda di abbattimento per fini di regolazione già a partire da otto (e non più dieci) predazioni di animali da reddito. Nelle regioni in cui sono presenti più branchi, i Cantoni possono intervenire in misura più incisiva».
Gli allevatori colpiti: Eros Beroggi - Insomma, messa così sembra che sia diventato più facile abbattere un lupo ma agli allevatori non sembra: basta parlare con Eros Beroggi, l'allevatore del gregge attaccato di recente proprio sugli alpeggi di Bosco Gurin. «A me pare che agli enti preposti la situazione stia fuggendo di mano - dice - la legge parla di 6 predazioni dopodiché si può procedere con l'abbattimento. Eppure non si fa. Cosa vuole che le dica? Entreranno in gioco le interpretazioni di legge? Non lo so. So solo che è triste andare a raccogliere le carcasse dei tuoi animali. Sto pensando di lasciare l'alpeggio».
L'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori: «Buona la diagnosi ma insufficiente la terapia» - Dubbi sull'efficacia della nuova norma erano stati espressi anche da Armando Donati dell'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori, sezione Ticino, che proprio su Tio parlava appena due mesi orsono espressamente di «buona la diagnosi ma insufficiente la terapia» sottolineando come «quando i lupi erano pochi in ogni regione, qualche probabilità di uccidere il lupo problematico era data; ora che si contano a decine, come si farà a stabilire quale lupo ha causato il danno? Ci vorranno, come finora, tranne casi eccezionali, le analisi del DNA, per le quali sono necessarie settimane o mesi, ma poi come si potrà decidere a quale lupo sparare? E nel frattempo il lupo “giusto” dove sarà finito?».
In Svizzera nel 2022 ci sono state 1'600 predazioni - Quadro complesso, mutato anche di molto nel tempo, così come anche il numero di predazioni: in Svizzera nel 2010 se ne contavano una decina, nel 2022 sono state 1'600. Lo stesso Donati suggeriva «tiri dissuasivi e di difesa con volontari formati». Due mesi dopo Germano Mattei mette in campo le "doppiette" per fare stare meno sull'attenti al lupo gli allevatori alpigiani.