Da dicembre l'Italia ha sospeso unilateralmente l'applicazione dell'accordo di Dublino. Il consigliere nazionale chiede a Berna di agire
BERNA - Sono ben due le mozioni depositate sul tavolo del Governo federale, entrambe vergate dal consigliere nazionale UDC Piero Marchiesi ed entrambe relative alla sospensione dell’accordo di Dublino da parte del Governo italiano. Il blocco in materia di riammissione dei richiedenti asilo, che va avanti ormai dal dicembre scorso, rischia di protrarsi per mesi, stando alla responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Elisabeth Baume-Schneider.
Proprio per questo motivo, Marchesi chiede di usare il pugno duro. E di farlo ripristinando i controlli alle frontiere. «L'Austria dimostra che ciò è possibile anche in base al diritto europeo - sottolinea il consigliere nazionale UDC -. Dal settembre 2022 al gennaio 2023 ha introdotto controlli alle frontiere con la Slovacchia. Anche la Germania ha ripristinato i controlli alle frontiere con l'Austria dopo la crisi dei rifugiati del 2015 e li ha recentemente prorogati per sei mesi».
Secondo le cifre della SEM, sono attualmente circa 300 le persone rifugiate in Svizzera che dovrebbero essere trasferite in Italia. Per Marchesi, dunque, il Consiglio federale dovrebbe ripristinare i controlli fino a quando l'accordo non sarà nuovamente da quest'ultima rispettato.
Dello stesso tenore la seconda mozione che, per le stesse ragioni, chiede il congelamento del secondo contributo svizzero all'Italia relativo all'attuazione di programmi di cooperazione per il sostegno di misure nel settore della migrazione (credito quadro per la migrazione) a favore di Stati membri dell'UE selezionati. All'Italia sono destinati 20 milioni di franchi svizzeri.