Il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici ha pubblicato il suo rapporto, con cinque scenari per il futuro.
Al momento, a causa del ritardo nell'attuazione di molte politiche sul clima, siamo più vicini a quello peggiore che a quello più ottimistico.
GINEVRA - Entro i prossimi 20 anni la temperatura media della Terra aumenterà di 1,5 gradi, una soglia critica dovuta al riscaldamento globale e per il quale il ruolo delle attività umane è «inequivocabile». Ormai i governi non potranno fare più nulla per evitarlo, qualsiasi politica di riduzione delle emissioni di gas serra andranno a mettere in campo. Il cambiamento climatico è «esteso, rapido e in intensificazione».
Il rapporto - Il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ha pubblicato oggi il più ampio e dettagliato rapporto esistente sul tema. Ciascuno degli ultimi quattro decenni è stato il più caldo dal 1850 a oggi e i ricercatori avvertono che le condizioni meteo, che diventano sempre più estreme, sono destinate a peggiorare senza un controllo delle emissioni inquinanti. «Il cambiamento climatico non è un problema del futuro, è qui e ora, e interessa ogni regione del mondo» spiega l'autrice principale del rapporto, Friederike Otto dell'Università di Oxford.
Cinque scenari - L'IPCC ha redatto cinque scenari per i prossimi due decenni: in tutti l'obiettivo di 1,5 gradi dell'accordo di Parigi sul clima viene raggiunto o superato. Nel peggiore di essi si arriva a prevedere un aumento della temperatura media di 4,4° entro il 2100. Ma nel migliore, quello più ambizioso e che ipotizza la riduzione a zero dei gas serra emessi nell'atmosfera, il riscaldamento del pianeta potrebbe essere ridotto a 1,4° entro il 2100. «Ogni piccola parte del riscaldamento è importante. Ogni tonnellata di Co2 è importante» spiega Ed Hawkins dell'Università di Reading. Il traguardo delle emissioni zero può stabilizzare le temperature. Piers Forster dell'Università di Leeds afferma: «La buona notizia è che possiamo essere certi che le riduzioni a breve termine possono davvero ridurre il tasso di riscaldamento senza precedenti».
Le conseguenze estreme - Quali sono le conseguenze estreme per il pianeta? Gli scienziati prevedono che le ondate di caldo senza precedenti e le inondazioni mortali in ogni parte del globo, alle quali abbiamo assistito negli scorsi mesi e che sono in corso anche in questi giorni, siano solo l'antipasto di un menù ben peggiore. L'Artico potrebbe restare privo di ghiaccio in estate almeno una volta prima del 2050 - e questo vale per tutti gli scenari delineati dall'IPCC.
Focus sugli eventi catastrofici - A differenza dei precedenti rapporti, quello odierno si concentra molti sugli eventi ora ritenuti "a bassa probabilità" ma potenzialmente catastrofici, che a causa del riscaldamento climatico diventano sempre più probabili. «Non si possono escludere risposte improvvise e punti di svolta del sistema climatico, come il forte aumento dello scioglimento della calotta glaciale antartica e il deperimento delle foreste». Nello scenario peggiore, l'innalzamento medio del livello degli oceani causato dallo scioglimento del ghiaccio in Antartide potrebbe raggiungere gli 1,88 metri entro il 2100. Un livello quasi doppio a quello precedentemente previsto dalla scienza.
Dipende da noi - Ci sono fenomeni a lungo termine, come l'acidificazione degli oceani, che sono ormai irreversibili. «Ma più limitiamo il riscaldamento, più possiamo rallentare questi cambiamenti» ha osservato Tamsin Edwards del King's College di Londra. «Saranno le nostre attività e le nostre scelte a determinare dove finiremo nei prossimi decenni e secoli» ha aggiunto il collega Joeri Rogelj dell'Imperial College di Londra. Quale dei cinque scenari è più probabile? Visto il ritardo di molte nazioni, al momento andiamo verso quelli che prevedono emissioni intermedie oppure alte. Il clima del pianeta potrebbe quindi aumentare tra 2,7 e 3,6 gradi centigradi. Fare sì che si possa stare sotto gli 1,5°: questo è il compito chiave richiesto ai delegati di quasi 200 paesi che a novembre si riuniranno a Glasgow per la Conferenza sul clima COP26.
Le richieste di Verdi e Greenpeace alla politica svizzera
Il rapporto IPCC non poteva lasciare indifferenti le organizzazioni e le forze politiche svizzere particolarmente sensibili ai temi ambientali. Greenpeace ha chiesto alle Camere e al Consiglio federale di «sviluppare al più presto misure di protezione del clima efficaci e socialmente accettabili». I Verdi chiedono al Parlamento di procedere con azioni mirate: «Dopo il 'no' alla legge sul CO2, la Svizzera deve ora fare tutto il possibile per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi», ha detto il consigliere nazionale turgoviese Kurt Egger.
«La politica e l'economia stanno facendo troppo poco contro la crisi climatica», ha twittato il collettivo Sciopero per il clima.
#ClimateChange is widespread, rapid, & intensifying – #IPCC
— IPCC (@IPCC_CH) August 9, 2021
Scientists are observing changes in the Earth’s climate in every region & across the whole climate system, says the IPCC’s latest #ClimateReport, released today.
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