I tre focolai riguardano soprattutto uomini che si identificano come gay, bisessuali o uomini hanno rapporti con uomini
MADRID - Otto in Spagna, cinque in Portogallo e sette nel Regno Unito. Sono i casi recentemente confermati di monkeypox, un virus presente principalmente nell'Africa Occidentale e Centrale. I Paesi in cui sono state rilevate le infezioni hanno alzato il grado di allarme, anche se è improbabile che il vaiolo delle scimmie si diffonda in maniera incontrollata.
Il 7 maggio è stato identificato il primo caso, in un paziente che era recentemente stato in Nigeria. Nonostante la quarantena al St. Thomas Hospital, una settimana dopo altre due persone, della stessa economia domestica, hanno manifestato il bisogno di cure per il medesimo virus.
Il 16 maggio sono stati notificati altri quattro casi nel Regno Unito. Dei sette totali, nessuno sembra essere collegato l'uno con l'altro. Ma si ritiene che tutti i contagi siano avvenuti a Londra e che gli ultimi quattro dichiarati riguardino uomini che si identificano come gay, bisessuali o uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. A oggi ci sono altri 15 casi sospetti. Esistono diverse catene di trasmissione del virus non ancora identificate.
Martedì il ministero della Salute portoghese ha diramato una nota in cui si comunica che cinque casi di monkeypox sono stati confermati e altri 23 sono in corso di indagine. Ogni trasmissione del virus è avvenuta a Lisbona e tutti i pazienti sono uomini che come sintomo hanno presentato lesioni alla bocca. «Monitoriamo la situazione a livello nazionale e in collaborazione con le istituzioni europee».
Infine, anche la Spagna ha riportato di aver registrato alcuni casi, otto. Tutti i pazienti hanno ricevuto la propria diagnosi presso il Sandoval Health Center a Madrid, che si occupa di malattie sessualmente trasmissibili. Il ministro della Salute Fernando Simón ha spiegato oggi che «è improbabile che il vaiolo delle scimmie si diffonda in modo significativo, ma non è da escludere».
Il vaiolo delle scimmie è una malattia causata da un virus endemico che si trova nelle aree della giungla del continente africano, principalmente nella parte occidentale e centrale. Tocca diversi mammiferi, anche l'uomo. L'indice di mortalità in Africa si posiziona tra l'uno e il 10% e i casi di decessi riguardano soprattutto bambini piccoli. Ma in ragione delle condizioni di salute migliori in Europa, l'Oms ritiene che nei Paesi europei la probabilità di morte dopo un'infezione del genere sia molto più bassa.
La diffusione del virus avviene a causa del contatto ravvicinato, il più delle volte attraverso fluidi corporei, come la saliva. L'incubazione può durare fino a 21 giorni. Non esiste una cura specifica e normalmente i sintomi scompaiono nell'arco di tre settimane. Questi includono: febbre superiore a 38,5 gradi, ingrossamento dei linfonodi, mal di testa ed eruzioni cutanee con vesciche che si presentano prima sul viso e poi si manifestano anche su altre parti del corpo.