I sindaci di comuni e città stanno valutando diverse soluzioni affinché i loro abitanti non soffrano troppo l'inverno
BERLINO - Lavoratori a basso reddito e anziani in pensione. Al freddo. La carenza di gas obbliga la Germania a prevedere in un immediato futuro un aumento esorbitante dei prezzi per il riscaldamento dovuto alla carenza di gas e a un’eventuale stretta della Russia sui rifornimenti. Ma non tutti si potranno permettere di scaldarsi. Tra le diverse soluzioni pianificate: isole di calore, semafori spenti e scuole chiuse.
A farne il costo saranno le attività di tutti i giorni. Si tratterà di togliere, togliere e togliere ancora. E mentre il Bundestag ha augurato buone vacanze alla popolazione, i sindaci cercano soluzioni per i loro abitanti e i lavoratori litigano su quale industria ha più diritto all'uso del gas. I due settori che al momento premono maggiormente, riporta il domenicale Bild am Sonntag, sono le aziende funebri, l'agricoltura e l'industria alimentare.
Da un lato i becchini lamentano che l'assenza di gas per la cremazione comporterebbe problemi a livello sanitario, in quanto sono servizi di interesse generale e per la protezione dalle malattie. Ma dall'altro è a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. In generale, potrebbero essere diversi i settori in difficoltà, contando il fatto che diversi comuni prevedono di risparmiare gas chiudendo o di non aprendo in occasione delle festività diverse attività economiche e attrazioni, come le piscine e le piste di pattinaggio.
Il clima tedesco in questi giorni unisce paura e rabbia. Aumenti dell'affitto del 7,5%, 6'000 euro di riscaldamento invece di 2'500, il prezzo del gas più che raddoppiato nel giro di un mese. Per i diversi sindaci è chiaro che per una parte della popolazione sarà difficile stare al caldo durante autunno e inverno, soprattutto lavoratori a basso reddito e anziani. Motivo per cui svariati comuni, con al primo posto Ludwigshafen, prevedono di adibire le sale polivalenti a isole di calore. Ma non solo. Vogliono spegnere i semafori e le luci negli edifici pubblici, almeno di notte.
Con la chiusura di Nord Stream 1 per dieci giorni e la sua possibile non riapertura, perlomeno dei flussi diretti in Europa, potrebbe tornare anche la didattica a distanza. In 86 scuole l'acqua calda manca già, ma molte di più potrebbero chiudere perché arretrate dal punto di vista energetico e bisognose di ammodernamenti. E non basterà la pausa estiva a mettere a nuovo gli istituti: i costi di dell'arretrato di ristrutturazione sono pari a 45,6 miliardi di euro.