Si tratta del più alto livello di allerta dell'Organizzazione mondiale della sanità.
In Svizzera i casi sono 229. Circa 17 mila, invece, quelli nel mondo.
GINEVRA - Il vaiolo delle scimmie è un'emergenza sanitaria globale. Lo ha affermato oggi il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus in una conferenza stampa. Si tratta del più alto livello di allerta dell'Oms.
Da maggio 2022 si registra un numero elevato di casi di vaiolo delle scimmie in Europa e in altre regioni del mondo. In Svizzera ne sono stati riscontrati 229 (al 22 di luglio). La malattia, che si trasmette tramite contatti stretti, è stata rilevata anche in Ticino. Fino ad ora sono 5 i casi registrati, come sottolineato dal Medico cantonale Giorgio Merlani. Lo stesso ha ammesso: «Non ho dubbi che non saranno gli ultimi».
Nel mondo sono circa 17'000 i contagi, un'impennata che ha fatto tornare d'attualità il vaccino per combatterla, tanto che negli scorsi giorni a New York si sono create lunghe file per ricevere il farmaco. Una corsa che però al momento non c'è in Svizzera, visto che l'Ufsp per ora non ha diramato alcuna raccomandazione. «Nel nostro Paese - ha però ricordato l'Ufficio del medico cantonale - la vaccinazione contro il vaiolo è stata somministrata fino al 1972. Tale vaccinazione protegge almeno parzialmente anche da questa tipologia di virus».
Rischio alto in Europa - «Ho deciso di dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale», ha affermato il direttore dell'Oms, precisando che il rischio nel mondo è relativamente moderato a parte l'Europa dove è alto.
Tedros ha spiegato che il comitato di esperti non è riuscito a raggiungere un consenso, rimanendo diviso sulla necessità di attivare il massimo livello di allerta. Alla fine, è spettato al direttore generale decidere.
«È un invito all'azione, ma non è il primo», ha affermato Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell'Oms, che ha affermato di sperare che possa portare a un'azione collettiva contro le malattie.
Da inizio maggio, quando è stata rilevata al di fuori dei paesi africani dove è endemica, la malattia ha colpito più di 16'836 persone in 74 Paesi, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).