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CILEIl "Bob Dylan" cileno ha avuto (finalmente) giustizia

30.08.23 - 22:07
Victor Jara fu martirizzato quasi cinquant'anni fa e resta uno degli emblemi degli orrori della dittatura di Pinochet.
keystone-sda.ch / STF (Esteban Felix)
Fonte ats ans
Il "Bob Dylan" cileno ha avuto (finalmente) giustizia
Victor Jara fu martirizzato quasi cinquant'anni fa e resta uno degli emblemi degli orrori della dittatura di Pinochet.
Oggi sette dei suoi carnefici sono stati condannati.

SANTIAGO DEL CILE - A meno di due settimane dal cinquantesimo anniversario del golpe dell'11 settembre 1973, la Corte suprema ha reso giustizia a Victor Jara, martirizzato nello stadio Cile, emblema degli orrori della dittatura di Pinochet, prima di essere freddato con 45 proiettili.

La Corte Suprema di Santiago ha condannato in via definitiva sette ex membri dell'esercito in pensione, ora tra i 73 e gli 85 anni, a pene tra gli 8 e i 25 anni di carcere per omicidio e sequestro.

Un verdetto di fronte al quale l'ex brigadiere dell'esercito Hernan Chacon, trovatosi a fare i conti con i fantasmi del passato, ha preferito togliersi la vita.

I verdetti riguardano Raul Jofré Gonzalez, Edwin Dimter Bianchi, Nelson Haase Mazzei, Ernesto Bethke Wulf, Juan Jara Quintana e Hernan Chacon Soto, condannati, oltre che per l'assassinio e il sequestro di Jara, anche per l'omicidio di Litré Quiroga, all'epoca direttore del sistema carcerario nazionale.

Secondo quanto ricostruito dal processo, il cantautore, considerato il "Bob Dylan" cileno - che negli anni ha ispirato musicisti come Bruce Springsteen, i Clash, e gli U2 - voce della rinascita culturale del Paese con Allende, fu preso nei rastrellamenti insieme ad altre centinaia di studenti e accademici all'Università tecnica di Santiago, dove insegnava, all'indomani dell'attacco al palazzo della Moneda.

Il corpo trovato quattro giorni dopo il golpe
Al suo arrivo al campo di prigionia, l'autore della Nueva cancion cilena fu subito bersaglio di calci e pugni, che gli sfigurarono il volto. Poi, in uno spogliatoio dello stadio, fu privato di cibo e acqua e torturato a più riprese. Lo costrinsero a cantare alcuni dei suoi brani, quando le sue mani erano ormai maciullate. E il 15 settembre il suo corpo fu trovato in mezzo ad altre centinaia di cadaveri, pronto per le fosse comuni.

Fu solo grazie al network clandestino di simpatizzanti socialisti che la moglie Joan, poi fuggita nel Regno Unito con la figlia Amanda, riuscì a seppellire Jara in un cimitero ai margini della capitale.

Terzo golpista a togliersi la vita
Un verdetto arrivato dopo mezzo secolo, che l'ex brigadiere Chacon non ha saputo affrontare. Stando alla relazione della polizia, il militare si è suicidato mentre stava per ricevere la notifica della sua condanna definitiva a 25 anni di carcere. Ha chiesto di andare in camera da letto per prendere alcune medicine, dove poi si è subito sparato.

Un dejá vu. Come con Chacon, questo era già avvenuto col colonnello in pensione dell'esercito German Barriga, membro della Dina, la prima polizia segreta della dittatura morto suicida nel 2005 mentre era sotto processo per il Caso conferencia. E nel 2013 con l'ex direttore della Cni, (agenzia che sostituì la Dina), Odlanier Mena, suicida a 87 anni nella sua casa, nella capitale, durante un permesso premio dal carcere.
 
 

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