Il comandante della stazione carabinieri di Paderno Dugnano racconta gli istanti successivi al delitto commesso dal 17enne.
MILANO - Lasciano ancora perplessi, a 24 ore dai fatti, l'atteggiamento e le motivazioni del 17enne che in casa, a Paderno Dugnano (Milano), ha ucciso a coltellate il fratellino, la madre e il padre.
Una strage famigliare al termine della quale è stato trovato sereno e lucido, e per la quale si è inventato una prima versione falsa. Per poi, 12 ore dopo, mutare atteggiamento e addossarsi tutte le responsabilità.
«I militari quando sono arrivati sul posto, a Paderno, hanno trovato un ragazzo seduto su un muretto d'ingresso, calmo. A terra c'era un grosso coltello da cucina sporco di sangue, e anche lui aveva ampie chiazze rosse sui vestiti e mani e braccia insanguinate. I militari prima di tutto lo hanno rassicurato, ma lui appariva sereno e lucido. Poi sono entrati in casa e hanno scoperto la strage».
A raccontarlo, oggi, durante la conferenza stampa al Comando provinciale di Milano dei Carabinieri, alla presenza della Procuratrice per i minorenni Sabrina Ditaranto, è stato il tenente Luigi Ruzza, comandante della stazione carabinieri di Paderno Dugnano.
I suoi uomini, su una pattuglia del Nucleo radiomobile, sono stati i primi a intervenire sul posto dopo che una telefonata, fatta proprio del ragazzo, aveva annunciato il drammatico accaduto al 118. I medici hanno subito passato la chiamata alla centrale dei Carabinieri, che quindi sono arrivati presto.
«Subito i militari, dotati di bodycam, sono entrati nella casa - una villetta in fondo a una strada chiusa, dove il giovane viveva con il padre 51enne, la madre 48enne e il fratellino 12enne e dove, nei pressi, abitano anche altri parenti. Nella camera da letto del giovane, che ha due letti, e dove lui dormiva con il fratello, hanno trovato i tre corpi, tutti colpiti con numerosi fendenti».
Un omicidio efferato, poche decine di minuti dopo il quale il 17enne appariva, se non impassibile, nemmeno agitato. Ha raccontato la prima versione dei fatti, quella secondo cui aveva ucciso il padre perché egli aveva ammazzato la madre e il fratello. «Ha descritto con voce calma e in modo lucido - hanno detto i carabinieri - la sequenza di quanto sarebbe successo in quella prima versione dell'accaduto».
Dodici ore dopo però - come hanno precisato gli inquirenti - la sua versione è cambiata, ma non il suo atteggiamento: «L'interrogatorio è subito iniziato con la sua confessione - ha detto Ditaranto - non abbiamo dovuto scavare o insistere, appena gli abbiamo chiesto di ripetere la sua versione dei fatti ha immediatamente ritrattato e si è detto autore dei tre omicidi».
«Più di una volta gli sono scese le lacrime - ha aggiunto un investigatore - ma non è mai scoppiato in un pianto dirotto, o in scene di disperazione per il dolore o per aver commesso un fatto che gli ha rovinato la vita».