A Davos, nel corso del World Economic Forum, Howard Lutnick, guru della finanza tradizionale, ha elogiato l’azienda partner della Città di Lugano, sottolineandone trasparenza e impegno anche nel Sud-Est asiatico.
Un’intervista che non ha lasciato indifferente il mondo della finanza e che gratifica ulteriormente il lavoro prodotto negli anni da Tether, azienda partner della Città di Lugano nel progetto Plan ₿: un’impresa che produce l’omonima valuta digitale, la più diffusa e nota stablecoin al mondo.
Ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate da Howard Lutnick, presidente di Cantor Fitzgerald, a Bloomberg: statunitense, 62 anni, miliardario e guru dell’investment banking, presente a Davos per il World Economic Forum di quest’anno, dopo ad aver toccato temi nevralgici come inflazione e politica monetaria, in risposta a domande sul mondo delle criptovalute si è soffermato sull’azienda guidata da Paolo Ardoino, sottolineandone, tra molte altre realtà, la solidità finanziaria e l’impegno nei mercati emergenti, nonché in termini di collaborazione con le autorità preposte all’anti-riciclaggio.
«Hanno tutti i soldi che dicono di avere - ne gestisco e custodisco molti, dal 2021 - e l’interesse a operare in modo attento anche nel Sud-Est asiatico. Utilizzare le stablecoin è più semplice ed economico che usare Bitcoin, per le persone con difficoltà di accesso al sistema bancario tradizionale», ha sottolineato uno dei personaggi più attivi e resilienti - anche dopo l’11 settembre e la crisi del 2008 - sulla piazza finanziaria più grande del pianeta. Affermazioni, quelle di Lutnick, che arrivano in un momento cruciale per il settore delle criptovalute, dopo il via libera della SEC (la Commissione per i titoli e gli scambi del Paese a stelle e strisce) all’emissione di ETF su Bitcoin. Le riserve di Tether per ancorare la sua valuta (USDt) al dollaro USA, talvolta oggetto di dubbi per mancanza d’informazione, ora assumono, anche grazie al riferimento del tycoon americano, una percezione diffusa di crescente affidabilità, anche a fronte del report diffuso dall’UNODC delle Nazioni Unite.
Oltre le dichiarazioni sulle cripto: chi è Howard Lutnick
Le affermazioni di Lutnick assumono un peso specifico molto rilevante, non solo perché il presidente e CEO di Cantor Fitzgerald dal 1991 è una figura centrale nel mondo della finanza tradizionale, ma anche per la credibilità pubblica che si è costruito dopo l’attentato che l’11 settembre del 2001 ha sconvolto il globo. Nel momento in cui vennero colpite le Torri Gemelle, infatti, gli uffici di Cantor Fitzgerald occupavano infatti il 101-105° piano della Torre Nord del World Trade Center, proprio sopra il punto in cui uno degli aerei dirottati colpì l'edificio. Tutti i dipendenti che in quel momento si trovavano lì, morirono a seguito dell’attacco: 658 dei 960 impiegati dell’azienda, compreso il fratello di Lutnick, Gary.
Howard Lutnick, invece, casualmente non era ancora arrivato in ufficio, perché in quel momento stava accompagnando il figlio Kyle al suo primo giorno d’asilo. Dopo gli attentati, l’imprenditore fece diverse apparizioni televisive e divenne rapidamente una delle figure più iconiche della tragedia e della lotta al terrorismo, poiché la sua società aveva perso due terzi della forza lavoro, ed era in uno stato di vulnerabilità estremo, tanto che molti osservatori si aspettavano che chiudesse. Lutnick, invece, ha cambiato le sorti di Cantor Fitzgerald, riuscendo a destinare, inoltre, una quota del 25% dei futuri profitti per cinque anni e un'assicurazione sanitaria per i successivi dieci anni ai parenti dei dipendenti periti nell’attacco. Complessivamente, un pacchetto di 180 milioni di dollari, custoditi e poi erogati gradualmente dal “Cantor Fitzgerald Relief Fund”, organizzazione senza scopo di lucro creata ad hoc.
Ogni anno, inoltre, l'11 settembre (o il giorno lavorativo più vicino alla ricorrenza, se tale giorno cade in un fine settimana), Cantor Fitzgerald e la sua affiliata BGC Partners organizzano un evento per il Global Charity Day e destinano il 100% del ricavato della giornata in beneficenza. Dal 2005 a oggi, gli eventi del Global Charity Day hanno raccolto circa 113 milioni di dollari.
Il peso del supporto al partner di Lugano’s Plan ₿
Insomma, parlare di Howard Lutnick vuol dire riferirsi a un personaggio la cui autorevolezza e credibilità sono cresciute sensibilmente negli ultimi 20 anni, soprattutto dopo gli attentati riconducibili ad Al-Qaeda. Le sue dichiarazioni su Tether, quindi, assumono una particolare rilevanza, e non solo per l’azienda che insieme alla Città di Lugano ha lanciato il visionario progetto Plan ₿, ma per il panorama delle valute digitali in senso assoluto. Già, perché la conferma di una gestione solida e trasparente delle riserve di una delle principali stablecoin del mondo - come Tether, appunto -, e della lotta alla criminalità finanziaria legata a esso, rappresenta un punto di svolta positivo, in un momento in cui il settore affronta nuove sfide circondato ancora, talvolta, da sfiducia che poggia su fondamenta fragili.