Intervista alla presidente di Federcommercio Ticino, che ha raccontato come si stia evolvendo l'uso di BTC, USDt e LVGA presso i negozi della città del Ceresio, a partire dal suo: «I giovani sono i più propensi, ma tra i commercianti c'è ancora troppo scetticismo.»
Lorenza Sommaruga, classe 1966, è un volto noto del commercio luganese. Titolare della boutique "Bijoux.io", gioielleria situata in centro città, ma anche di una nuova attività, “Marilù Shoes & Bags" (avviata nel 2023), dal 2018 è anche la prima donna a presiedere Federcommercio Ticino. Una carica che l'ha vista in prima linea nell'affrontare le sfide del settore: dalla crisi delle botteghe a confronto con la grande distribuzione, all'impatto devastante della pandemia. Sommaruga, però, è anche tanto altro: soprattutto è una convinta sostenitrice dell'innovazione che strizza l’occhio ai clienti, come dimostra la sua adesione a Plan ₿, il progetto che promuove l’uso di Bitcoin (BTC), Tether (USDt) e LVGA come currencies a corso legale de facto, insieme al franco svizzero. Un'iniziativa che ha coinvolto già oltre 400 negozi cittadini e che, inoltre, sta stimolando sempre più persone a spendere queste valute digitali, come racconta in questa intervista.
Come sta andando il Plan ₿ dal punto di vista dei commercianti? Avete notato un aumento nell'uso di valute digitali per i pagamenti, specialmente durante eventi come il Plan ₿ Forum?
«Intanto, il solo fatto che a Lugano si tenga un evento di questa portata, con ospiti di altissimo profilo e partecipanti che arrivano da tutto il mondo, è già estremamente positivo per la città e i suoi commerci. Personalmente, ho registrato un aumento dei pagamenti in BTC, USDt e LVGA, in particolare proprio nei giorni del recente Plan ₿ Forum - che si è tenuto nella città in riva al Ceresio tra i 25 e il 26 ottobre scorsi, ndr». «Persone, spesso americani o indiani, che avevano Bitcoin nel loro wallet e che volevano spenderli prima di ripartire, perché magari altrove non hanno la possibilità di farlo. Quindi certo, i grandi eventi legati a Plan ₿ portano sicuramente più persone a spendere qui a Lugano, soprattutto in valute digitali.»
Per quanto concerne, invece, la "Città dei regali", l'iniziativa che mette in palio premi in LVGA per chi fa acquisti in città? L'anno scorso i fondi sono finiti rapidamente...
«Sì, l'anno scorso c'è stata una grande risposta, i LVGA messi a disposizione si sono esauriti in pochi giorni. Quest'anno ritengo che il processo sarà ancora più veloce, considerato che l'iniziativa è sponsorizzata anche dalla Fondazione Lugano Plan ₿. Nei giorni del Natale 2023, e non è un caso, ho incassato molti LVGA, segno che la gente ha partecipato attivamente. Ecco perché sono molto contenta che la promozione sia stata ripetuta, è un circolo virtuoso che crea movimento e fa bene a tutti.»
Sta cambiando anche la tipologia di clienti che utilizzano valute digitali?
«Direi che la fascia più propensa è quella tra i 30 e i 50 anni. Persone abituate a usare lo smartphone per qualsiasi cosa: dagli abbonamenti alla carta di credito. Per questi target anagrafici è naturale avere anche un wallet. Chi è più in là negli anni, resta ancora un po' titubante, chiaramente, ma le cose miglioreranno. L'altro giorno, per citare un caso recente, è arrivata in negozio una signora che aveva comprato BTC alle Poste e voleva provare a spenderli da noi. È stata, peraltro, un’occasione anche più ampia del semplice processo d’acquisto, perché ci siamo confrontate e abbiamo imparato entrambe qualcosa. Questo è un processo davvero rivoluzionario: serve tempo, ma la direzione è quella giusta.»
A proposito di diffidenza, la percepisce ancora tra i suoi colleghi commercianti?
«C'è ancora troppo scetticismo, e lo trovo paradossale. Perché in un momento come questo bisogna collaborare, essere flessibili, mettersi al passo coi tempi. Non comprendo chi fa ancora fatica a usare il POS crypto o a non concedere il cashback. Non puoi aderire a un progetto del genere pensando solo di prendere e basta. Essere commercianti, oggi in particolare, significa adattarsi alle esigenze dei consumatori, trovare fornitori di qualità, offrire un buon servizio... Non possiamo più ragionare come una volta, anche perché la concorrenza del mondo e-commerce è fortissima. Se vogliamo prosperare, dobbiamo cavalcare il cambiamento».
Un atteggiamento che lei ha sempre avuto, fin dai tempi delle prime carte di credito...
«Mi ricordo ancora quando negli anni '90 c'era chi rifiutava le carte perché non voleva pagare le commissioni o aspettare l'accredito. Oggi non ce lo possiamo più permettere. Chi continua a ragionare così, perde un'occasione. Ci vuole costanza, come quando si apre un nuovo negozio: servono un paio d'anni prima che le cose ingranino. Ma vedo che le attività più giovani, specie nella ristorazione, sono molto ricettive. Sanno, insomma, che far parte di un circuito come Plan ₿ è un vantaggio.»
Cosa consiglierebbe ai commercianti ancora scettici?
«Di non aver paura di chiedere aiuto. Il team che ruota attorno al progetto è sempre disponibile a dare supporto, sia per i POS NAKA che per MyLugano, per risolvere problemi tecnici, spiegare come funziona il sistema. Basta una telefonata e qualcuno arriva. Poi, ovviamente, serve anche la volontà di imparare e mettersi in gioco. Io posso garantire che ne vale la pena, non foss’altro perché questa è la direzione in cui sta andando il mondo. E una città come Lugano, che ha abbracciato per prima questa rivoluzione, ha solo da guadagnarci.»
Quali altri vantaggi vede nell'adesione a Plan ₿?
«Il fatto di sentirsi parte di una comunità che sta costruendo qualcosa di speciale. E di una città che sta scommettendo sull'innovazione. Senza contare la visibilità: noi commercianti "virtuosi" veniamo spesso menzionati sui media, con foto, interviste e articoli. Sono forme di pubblicità che non possono che apportare vantaggi, piccoli incentivi che ti spingono a fare sempre meglio. E poi c'è la soddisfazione di essere pionieri, di contribuire a un progetto che sta facendo scuola in tutto il mondo. E non è poco.»