di Sanvido Roberto
Negli anni ’80 e ’90, con i tassi d’interesse che variavano dal 4% al 6%, il sogno di comprare una casa era a portata di mano per il ceto medio svizzero. È anche vero che i prezzi delle abitazioni primarie si potevano trovare sul mercato immobiliare tra i 290.000 ai 380.000 mila franchi e dunque con il 10% dei mezzi propri, e una giovane coppia poteva coronare il sogno della casa.
Ho letto con molto interesse l’articolo sul Corriere del Ticino del 1° dicembre 2021, intitolato: “Casa di proprietà, un sogno che per molti è un’utopia”, che riporta le riflessioni di uno studio della Banca Raiffeisen in cui viene indicato che l’aumento dei prezzi è da attribuire principalmente, alle politiche monetarie sui tassi d’interesse delle banche. Constato da diverso tempo che si parla di “bolla immobiliare” ma che anche in questo studio, il mercato si conferma del tutto indifferente davanti alle turbolenze legate a crisi pandemiche ed economiche. La maggior parte delle famiglie non riesce più a superare con le proprie forze gli ostacoli legati al finanziamento: di fatto un finanziamento dell’abitazione primaria è riservato solo a nuclei familiari con un reddito elevato, chi non dispone di grandi capitali iniziali o non può accedervi tramite eredità non ha realisticamente prospettive di acquisto a causa delle nuove norme bancarie che richiedono il 20% di capitale iniziale oltre a una tenuta oneri sproporzionata. Queste nuove regole sono viziate da indirizzi della FINMA che porta al calcolo della tenuta oneri inarrivabile per un richiedente del nuovo ceto medio. In questo contesto le famiglie benestanti hanno beneficiato fortemente dello sviluppo sul mercato immobiliare degli ultimi 20 anni che ha visto lievitare i costi degli immobili, rendendo di fatto per i cittadini dello scomparso ceto medio un desiderio irrealizzabile.
Una volta, comprare casa costava meno: ed era più facile rientrare nei parametri necessari per ottenere un'ipoteca, oggi la tendenza che noto inizia a diventare un serio problema sociale che rischia di minare l’equilibrio. Tra pochi anni rischiamo di ritrovarci con pochi proprietari immobiliari, lasciando le famiglie del nuovo ceto medio senza l’obiettivo di realizzare la propria abitazione o casa. A mio modo di vedere serve urgentemente una riflessione politica ed economica sulle regole del mercato immobiliare, ricordo che nel 1989 in tre settimane sono usciti i Decreti Federali Urgenti per calmierare una speculazione, oggi serve in particolare dare la possibilità al nuovo ceto medio basso di coronare un diritto che non deve essere un sogno che forse diventa realtà.