Fra ricorsi, veicoli in leasing e quelli che «valgono troppo poco». L'esproprio e la messa all'asta stanno incontrando moltissimi ostacoli.
BERNA - Ha fatto parecchio discutere la decisione dei Cantoni svizzeri di procedere al sequestro e alla vendita delle vetture dei rifugiati ucraini residenti in Svizzera e che usufruiscono degli aiuti statali.
L'iniziativa, lo ricordiamo, era stata portata avanti in seguito a un certo malumore fra la popolazione svizzera legata alle auto di lusso targate Ucraina, viste a scorrazzare per le strade (anche ticinesi).
La percezione diffusa era quella che chi usufruiva dello statuto S, non fosse sottoposto alle medesime regole che valgono per gli altri richiedenti l'asilo nella Confederazione. Questi, infatti, se vogliono ricevere i sussidi devono dimostrare la loro nullatenenza.
Una cosa, questa, che per gli ucraini sembrava non valere anche perché - stando alle autorità - si credeva che il veicolo in questione potesse essere effettivamente utilizzato per il rientro in patria.
La nuova normativa - che ha incontrato opposizioni e forte amarezza - è in vigore dall'inizio dell'anno, come sta andando la vendita? Stando a quanto riportato dalla Srf, che ha sentito alcuni fra i più grandi cantoni svizzeri, non starebbe proprio procedendo. E i motivi sono diversi.
Tante opposizioni. In molti casi i proprietari delle vetture si sono formalmente opposti al sequestro. Questo ha congelato l'iter di molti procedimenti. Il numero totale non è chiaro ma si parla verosimilmente di diverse decine (se non centinaia) di ricorsi. Alcune delle persone avrebbero deciso di riportare l'auto in Ucraina e ritornare poi di nuovo in Svizzera.
In leasing o di altri. Altro semaforo rosso alla vendita è legato alla proprietà dei veicoli suddetti. Molti di questi sono in leasing (e quindi effettivamente non di proprietà delle persone interessate) oppure intestate a famigliari non rifugiati in Svizzera.
Di valore troppo basso. Come confermato dai Cantoni, gran parte delle vetture passibili di sequestro risulterebbe poi «di valore troppo basso da giustificarne la messa all'asta». Questo perché, spiega l'Ufficio per l'asilo di Basilea Città, «nella maggior parte dei casi, il valore dell'auto non supera le detrazioni previste per il numero di membri del nucleo famigliare», ribadendo, «queste non sono auto di lusso».
Al momento, riporta la Srf, i Cantoni stimano che «al massimo una famiglia ucraina su dieci in Svizzera possieda un'auto». Il tema, quindi, riguarderebbe una minoranza dei rifugiati con statuto S.