L'accordo oggi a Berna fra i rappresentanti cantonali e Elisabeth Baume-Schneider. L'autunno si profila comunque critico.
BERNA - A fronte di un autunno-inverno che si preannuncia rovente per quanto riguarda l'asilo, l'accordo raggiunto oggi fra Confederazione e Cantoni può essere senz'altro visto come un passo avanti. Non è ancora chiaro, però, se sarà sufficiente.
Proprio oggi, infatti, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha "staccato" un accordo con i Cantoni - solitamente molto critici rispetto all'operato del suo Dipartimento - garantendo la disponibilità di circa 1'800 posti supplementari per l'alloggio dei rifugiati. 600 di questi potranno essere utilizzati rapidamente.
Una nota relativamente positiva che arriva dopo un momento di forte preoccupazione, dovuto anche alla bocciatura da parte del Consiglio degli Stati del credito di 130 milioni per l'edificazione di villaggi d'accoglienza realizzati con container prefabbricati.
Prima dell'accordo, va detto, il rapporto fra Berna e Cantoni era estremamente teso. Questo perché Berna aveva ribadito l'intenzione di far valere il suo peso per quanto riguarda la questione alloggi dei richiedenti l'asilo e diversi cantoni (soprattutto quelli della Svizzera centrale ma anche Vaud e Grigioni) avevano confermato di non essere d'accordo con un'eventuale ridistribuzione su strutture cantonali e comunali.
Un muso duro che però difficilmente poteva portare i frutti sperati. Già perché, in caso di emergenza una voce nella Legge federale sull'asilo, permette a Berna i distribuire in via eccezionale i rifugiati ai Cantoni che dovranno occuparsi di reperire i posti letto necessario. Questa misura era già stata intrapresa nei momenti più caldi del 2022, a fronte dell'emergenza Ucraina.
In questo senso, un accordo, è sicuramente più vantaggioso per tutte le parti. Anche se potrebbe non essere sufficiente.
«La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha ringraziato i rappresentanti della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), delle città e dei comuni, nonché del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) per il loro aiuto nel mettere a disposizione della Confederazione alloggi supplementari in una situazione già tesa. Si è detta fiduciosa di riuscire a gestire insieme le sfide del settore dell'asilo», riporta la nota diffusa oggi.
Attualmente la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) stima che nel 2023 saranno presentate circa 28'000 domande d'asilo. Si tratta di una stima abbastanza ottimistica, considerando che fino a luglio erano 14'000 e solitamente nella seconda metà dell'anno aumentano in maniera sensibile. Nel peggiore dei casi la SEM prevede un totale di 35'000 unità.
A queste cifre si aggiungono dalle 20'000 alle 23'000 persone che sono in fuga dall'Ucraina e beneficiano dello statuto di protezione S.
Attualmente, nei centri federali per richiedenti l'asilo sono disponibili circa 6'400 posti, a cui si aggiungono 37'00 posti supplementari messi a disposizione dall'esercito.
Numeri, questi, che rendono la prossima stagione ancora più preoccupante.