Alla sbarra un 36enne lituano che sfruttava la manodopera assunta con l'inganno nei paesi dell'Est
Per alcuni il salario minimo era anche di 20 centesimi all'ora
GINEVRA - Un imprenditore lituano 36enne è stato condannato oggi dalle Assise correzionali di Ginevra a sei anni di detenzione per aver sfruttato per anni su cantieri in Romandia operai provenienti dall'est europeo. È stato riconosciuto colpevole in particolare di tratta di esseri umani per mestiere e usura qualificata.
Per il tribunale si è trattato di una forma di schiavitù moderna, come indica la sentenza. Il 36enne reclutava gli operai in particolare su internet promettendo un salario orario dell'ordine di 10 euro.
In realtà, una volta giunti in Svizzera, i malcapitati ricevevano una paga compresa tra 20 centesimi e 6,50 franchi per ora di lavoro, effettuato anche di domenica e nei giorni festivi.
Gli operai, in situazione di totale dipendenza e vulnerabilità nei confronti dello spregiudicato imprenditore, non avevano cibo a sufficienza e non disponevano di abiti di protezione.
Il tribunale ha anche ordinato l'espulsione del lituano dal territorio svizzero per un periodo di dieci anni. Questi dovrà inoltre versare 5000 franchi per torto morale alle vittime della tratta.
Il ministero pubblico aveva richiesto sei anni e mezzo di carcere. L'imputato, che ha contestato la maggior parte degli addebiti, è in carcere preventivo dall'ottobre del 2017. I reati sono stati commessi nei cantoni di Ginevra, Vaud e Vallese.