Platini è furibondo: «Decisione disgustosa»
PARIGI/BERNA - Una denuncia sporta da Michel Platini nel 2021 contro il presidente della FIFA Gianni Infantino per traffico di influenze è stata trasferita alla giustizia svizzera. Lo ha reso noto oggi l'ex calciatore francese, nonché ex numero uno della UEFA, parlando di decisione «disgustosa».
La denuncia «è stata ufficialmente segnalata alle autorità giudiziarie svizzere», ha confermato la Procura di Parigi. In una nota, Platini si dice convinto che la Svizzera non indagherà e cita una precedente denuncia «archiviata senza un solo atto di indagine e con motivazioni assurde».
Da diversi anni, l'ex calciatore porta avanti una controversia con Infantino e il suo entourage, che sospetta di averlo estromesso dalla corsa alla presidenza della FIFA nel 2015, segnalando al Ministero pubblico della Confederazione un pagamento sospetto di 2 milioni di franchi. Il versamento era stato effettuato dalla FIFA su ordine dell'allora presidente Sepp Blatter a Platini nel 2011, senza alcuna giustificazione scritta.
Blatter e Platini sono stati assolti dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona nel luglio 2022 dalle accuse di truffa. La FIFA e il MPC hanno però presentato ricorso.
Per Najwa El Haité, legale di Platini in questa vertenza, la nuova decisione «è giuridicamente incomprensibile e moralmente sconcertante». A suo avviso, la procura di Parigi «ha appena offerto alle autorità svizzere la possibilità di archiviare automaticamente la denuncia del signor Platini e quindi di non indagare sulle malefatte dei dirigenti svizzeri della FIFA», poiché il reato di traffico di influenze «non esiste nel diritto svizzero».
La settimana scorsa si è appreso che Platini non è stato ammesso quale parte in causa dal TPF nell'ambito dell'inchiesta contro l'ex procuratore federale Olivier Thormann, sospettato di falsa testimonianza e violazione del segreto d'ufficio. L'ex presidente della UEFA è già stato escluso da un altro procedimento contro l'ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e il presidente della FIFA Gianni Infantino.