« È un brillante analista e pensatore, ma non è il migliore in campagna elettorale»
Scatta l'ora dell'autocritica per i Verdi, duramente sconfitti nelle elezioni federali, e nel mirino finisce più o meno apertamente anche la figura del presidente Balthasar Glättli: l'ex presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin esce allo scoperto, criticando il suo operato, mentre la deputata ticinese Greta Gysin auspica più in generale un ripensamento delle posizioni del partito.
"È una chiara sconfitta elettorale, ma è anche il secondo miglior risultato della storia per i Verdi", afferma Kälin in dichiarazioni riportate dal Tages-Anzeiger (TA) e dalle testate ad esso legate. Il partito deve ora imparare la lezione: "Dobbiamo analizzare la situazione al nostro interno: pensare se siamo posizionati correttamente e se ci siamo concentrati troppo unilateralmente sulla questione del clima".
Secondo la consigliera nazionale argoviese sarebbe sbagliato incolpare una singola persona per i risultati ottenuti. La 36enne mette comunque in discussione la dirigenza del partito. "Balthasar Glättli è un brillante analista e pensatore, ma non è il migliore in campagna elettorale e non è il presidente rappresentativo di un partito che è più variopinto, più giovane e più femminile".
Kälin stessa - chiede a questo punto il giornale - sarebbe disposta ad assumersi maggiori responsabilità? L'interessata risponde con una doppia negazione, messa in evidenza dagli stessi giornalisti di TA: "Non è un'idea che non prenderei in considerazione". Ma il compito non sarebbe certamente un'opzione per lei soltanto, visto che è mamma di un bambino piccolo.
"L'ideale sarebbe una co-presidenza in cui siano rappresentate entrambe le principali regioni linguistiche", afferma la donna politica che aveva fatto parlare di sé anche per il suo viaggio nell'aprile 2022 a Kiev, dove - quale presidente del Nazionale - aveva incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Gli altri parlamentari non parlano in modo così aperto, anche se secondo TA vi è chi, senza voler essere citato, ritiene che un cambiamento al vertice farebbe bene ai Verdi. Lo stesso Glättli ieri non aveva escluso le dimissioni: "Dovremo anche parlare di quale sia la giusta composizione della squadra", aveva detto alla radio della Svizzera tedesca SRF.
"Non vedo quasi nessun errore nella campagna, tutto è stato organizzato in modo molto professionale", ritiene da parte sua la consigliera nazionale Marionna Schlatter (ZH), citata dal quotidiano zurighese. "Una cosa è certa: non c'entrano le singole persone: non bisogna quindi sopravvalutare l'influenza di Glättli sul risultato elettorale".
Rieletta domenica in Ticino, Gysin crede che i Verdi debbano riflettere con calma su come posizionarsi al meglio per il futuro. "Non sarebbe né utile né giusto se dovessimo fare questa discussione adesso in pubblico", spiega a TA. A suo avviso bisogna però anche chiedersi se il focus sulla questione climatica sia stato troppo unilaterale e se la nuova app del partito sia stata utilizzata principalmente da persone che comunque erano già attive per i Verdi.
Secondo il Tages-Anzeiger vi è intanto una personalità che si impone e che nelle cerchie ecologiste viene vista anche come possibile candidatura al Consiglio federale: si tratta di Franziska Ryser, consigliera nazionale sangallese appena riconfermata con un buon risultato. La 32enne è considerata moderata e apprezzata anche oltre i confini del partito. Interpellata dai cronisti, non vuole commentare il tema presidenza della formazione politica. "La questione di chi guiderà i Verdi in futuro sarà ovviamente discussa internamente", afferma Ryser, che è vicepresidente. "Tutti coloro che hanno partecipato alla campagna elettorale sono responsabili dei risultati delle elezioni".
Un soccorso a Glättli arriva dalla consigliera agli stati Maja Graf (BL). A suo avviso la dirigenza merita "voti molto buoni". "Quattro anni or sono abbiamo avuto un doppio aiuto nelle elezioni, con il clima e le donne", indica a TA. "Questa volta, malgrado il vento da destra, abbiamo fatto incredibilmente bene con lo stesso equipaggio forte".
Nelle elezioni del Consiglio nazionale i Verdi hanno ottenuto il 9,4%, cioè 3,8 punti percentuali in meno del 2019, momento in cui sulla scia dell'aumentata sensibilità ambientale dell'elettorato avevano conquistato 17 seggi in un solo colpo, record assoluto di avanzata da quando la camera del popolo viene eletta con il sistema proporzionale, cioè dal 1919. Domenica invece i mandati ottenuti sono stati 23, cinque in meno di quattro anni or sono.