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ITALIA/CANTONERifiuta la chemio e si cura a Bellinzona, il caso finisce in prima pagina in Italia

01.09.16 - 10:03
Una ragazza di 17 anni supportata dai suoi genitori ha rinunciato alle cure tradizionali per quelle alternative. È deceduta dopo nove mesi di malattia
Rifiuta la chemio e si cura a Bellinzona, il caso finisce in prima pagina in Italia
Una ragazza di 17 anni supportata dai suoi genitori ha rinunciato alle cure tradizionali per quelle alternative. È deceduta dopo nove mesi di malattia

PADOVA/BELLINZONA - Il suo caso ha fatto, fa e farà discutere. Eleonora è morta a 18 anni appena compiuti per una leucemia linfoblastica acuta che ha deciso di non curare con la chemioterapia, nonostante i medici le avessero dato ottime possibilità di guarigione. I genitori l’hanno appoggiata nella scelta di rinunciare alle cure tradizionali. La ragazza, che credeva in una medicina alternativa, ha scelto Bellinzona per le sue terapie. Lo riporta il Corriere della Sera.

La battaglia legale - Il Ticino era il luogo dove aveva scelto di scappare per sottrarsi anche dalla battaglia giudiziaria intrapresa contro i suoi genitori dall’Azienda ospedaliera di Padova, su tutti il professor Giuseppe Basso. Il primario del reparto di Oncoematologia pediatrica era convinto di poter aiutare la giovane con successo. Spiega il dottore: «Poteva salvarsi. La sua malattia è oggi curabile, 4 su 5 guariscono. Purtroppo per procedere avevo bisogno del consenso informato firmato dai genitori, essendo lei minorenne. Ma loro l’hanno negato. Scelta scellerata». Il confronto fra ospedale e famiglia è anche sfociato nella perdita della podestà genitoriale di Lino e Rita, ma la decisione del giudice è arrivata quanto Eleonora era già uscita dal centro padovano.

Le cure a Bellinzona - Come spiega al Corriere della Sera l’avvocato Gian Mario Balduin, che difende la famiglia, proprio a Bellinzona aveva trovato la sua medicina alternativa «in alcuni preparati a base di cortisone e di vitamina C che le hanno dato un certo beneficio. Lì è rimasta due settimane, in marzo, poi è rientrata in Italia: era rifiorita, allegra». Ma l’avvocato racconta anche il seguito, parla di una prima ricaduta, a giugno e il ritorno in Svizzera per un altro ciclo di cure sempre nella stessa clinica.

Nove mesi di malattia - Tornata a Bagnoli la ragazza è stata bene per un paio di mesi, ma a luglio i medici non le davano più speranze ed Eleonora è stata sempre peggio. Lunedì 29 agosto è deceduta nell’ospedale di Schiavonia dopo nove mesi di malattia.

La posizione dei genitori - La famiglia di Eleonora segue la filosofia del medico tedesco Ryke Geerd Hamer, che considera ogni malattia come reazione dell’organismo a presunti traumi non risolti, ma spiegano al Corriere del Veneto che questo non ha nulla a che fare con la scelta di Eleonora, decisione che è stata consapevole. «Hamer non c’entra alcunché in tutto questo. Lui si è limitato a scoprire le leggi biologiche per le quali ci ammaliamo, non ha mai suggerito metodi di cura. Nostra figlia era andata in Svizzera per sfuggire alla minaccia del Tribunale e dei medici che volevano sottoporla coattivamente alla chemioterapia».

 

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