Esercizi pubblici ancora chiusi in Svizzera. Ma c'è chi trova una scappatoia oltre confine per togliersi lo sfizio.
«Rapporto speciale coi nostri vicini – spiega Natale Grasso, tenente colonnello dei carabinieri –. Non possiamo multare gli svizzeri se sono qui con una motivazione valida». «C'è del movimento. Ma anche troppa incertezza», dice il ristoratore Bernard Fournier.
CAMPIONE D'ITALIA - Ticinesi che vanno al ristorante o al bar su suolo italiano sfuggendo all'obbligo del tampone. Fenomeno curioso ma non illegale, visto che si sta parlando della "zona franca" costituita da Campione d'Italia. Negli ultimi giorni sono diverse le targhe rossocrociate che si sono viste circolare per l'enclave. «Effettivamente c'è un po' di movimento – ammette Bernard Fournier, noto ristoratore –. Non dobbiamo sbandierarlo troppo ai quattro venti però. Noi non vogliamo che Campione diventi il paradiso anti Covid degli svizzeri tristi. Sarebbe una situazione ingestibile».
La peculiarità di Campione – In terra elvetica gli esercizi pubblici continueranno a essere chiusi almeno per alcune settimane ancora. Diversi residenti del Luganese o del Mendrisiotto hanno così deciso di togliersi lo sfizio, andando oltre confine. Nell'unica località in cui è possibile farlo senza doversi obbligatoriamente sottoporre al tampone. «A novembre 2020 – evidenzia Natale Grasso, tenente colonnello dei carabinieri – il nostro sindaco scrivendo al prefetto poneva l'accento sulla peculiarità di Campione d'Italia e sul rapporto particolare e reciproco con la Svizzera. Non c'è stato seguito. Quindi noi continuiamo a regolarci secondo quelle direttive».
«Mascherina e documento di identità» – Tradotto: un campionese può andare in Svizzera più o meno liberamente, senza obbligo di tampone, e viceversa. «Ci deve essere sempre una motivazione valida per lo spostamento – fa notare Grasso –. Diciamo che se uno svizzero viene qui a fare la spesa, e poi si ferma anche al ristorante, non lo possiamo multare. Ovviamente deve sempre avere con sé sia la mascherina, sia il documento di identità».
L'instabilità che inquieta – Campione d'Italia è sempre stato visto come una sorta di "isola felice" per i ticinesi. Nel periodo del Covid-19, ha comunque subìto delle chiusure quando in Svizzera tutto era aperto. «Non la viviamo sicuramente come una rivincita – sottolinea Fournier –. I rapporti tra Campione e la Svizzera sono sempre stati buoni. Il fatto è che tutta questa incertezza non ci permette in ogni caso di essere sereni. I ristoranti possono restare aperti a pranzo, ma col numero limitato di clienti e seguendo regole ferree. Tutto ciò non basta ancora. Noi sottostiamo alle direttive italiane. E da giorni si valuta l'ipotesi di fare cambiare di nuovo colore alla Lombardia. Finché c'è questa instabilità non si può essere contenti».