L'avvocato e moglie di Julian Assange ha parlato di libertà di parola e tecnologia blockchain
LUGANO - «Orwell diceva: chi controlla il presente, controlla il passato. Chi controlla il passato, controlla il futuro. Ecco, con la tecnologia blockchain non puoi manomettere il passato. Così si può affrontare la censura, e favorire la libertà di parola».
Lo ha affermato oggi l'avvocato e moglie di Julian, Stella Assange, che ha parlato ai media dal Municipio di Lugano di bitcoin e di libertà di espressione, spiegando anche come sta il fondatore di Wikileaks, che si trova nel carcere di Belmarsh - nel Regno Unito - dall'aprile del 2019, con gli Stati Uniti che chiedono alla Londra di estradarlo per «condannarlo a 175 anni di carcere».
«La sua salute sta peggiorando, come potete immaginare. Ha sofferto un piccolo ictus in ottobre, e ha persino avuto il Covid, motivo per cui l'hanno tenuto chiuso in cella 24 ore al giorno. Anche ora, tutti i giorni, passa tra le 21 e le 23 ore nella sua cella».
Mentre le autorità statunitensi lo accusano di spionaggio e di aver aiutato a rubare documenti diplomatici classificati sui crimini di guerra dell'esercito americano in Afghanistan e Iraq, i suoi avvocati si appellano al fatto che stava agendo come giornalista, e che ha diritto alle tutele del Primo Emendamento sulla libertà di parola. Per loro, come ribadito anche oggi in conferenza stampa, «il suo caso è politicamente motivato».
Ma a che punto siamo? «Sta sempre combattendo l’estradizione, al momento sta chiedendo alla High Court (il secondo livello del sistema giuridico britannico) di ascoltare il suo appello, che la sua persecuzione è motivata politicamente», ha spiegato Stella Assange, sottolineando nuovamente che «con il tempo che passa, la natura politica di questo caso diventa sempre più evidente. Il fatto che il Regno Unito abbia deciso di estradare Julian quando ci sono rapporti incontestati che la CIA abbia tentato di assassinarlo e prove che i suoi avvocati siano stati spiati è completamente incomprensibile».
Per giungere a qualcosa, per Stella Assange, «serve una soluzione politica, visto che in realtà il caso è politico, non è una procedura legale normale. La legge sta venendo usata per punire ancora di più Julian. È un abuso illegittimo del sistema di giustizia penale».
«Grazie, Svizzera»
Insieme a Stella Assange c'erano oggi John e Gabriel Shipton, il padre e il fratello del fondatore di Wikileaks. I tre sono arrivati sulle rive del Ceresio in occasione del forum "Plan ₿", promosso da Tether Operations Limited e dalla Città di Lugano, che si apre domani.
Prendendo parola, John Shipton ha ringraziato la Svizzera «per il supporto che ci avete mostrato, che abbiamo vissuto a Zurigo, Basilea, e in particolare nel Canton Ginevra, che ha proposto di emettere un visto umanitario per Julian». A Gabriel Shipton, che è direttore cinematografico, abbiamo chiesto quando ha deciso di realizzare il documentario Ithaka - per cui sono previste diverse proiezioni nei prossimi giorni -, che racconta la lotta del padre John per la liberazione del figlio Julian Assange. «L’idea mi è venuta nel 2019, ero in prigione e ho visto come stava Julian. E poi nei media vedevo che ciò che veniva scritto, come veniva descritto, e non corrispondeva alla nostra realtà. Così ho deciso di mostrarla - sapendo le emozioni che suscita un film, quelle che proviamo quando usciamo dal cinema - trasformandola però in una lotta di un padre per i suoi figli».
Bitcoin e libertà di espressione
Ma cosa c'entra la famiglia di Julian Assange con un evento relativo alla tecnologia blockchain e alle criptovalute? Lo ha spiegato in apertura di conferenza stampa il sindaco di Lugano, Michele Foletti, dando il benvenuto agli ospiti: «Quando Wikileaks ha iniziato a divulgare quello che aveva scoperto sui lati oscuri dei Governi democratici, quest’ultimi hanno fatto in modo che i conti bancari di Wikileaks venissero chiusi e che non fosse più possibile fare donazioni a quest’organizzazione. La soluzione? Adottare il Bitcoin: questo ha permesso di far continuare per un certo periodo la loro attività investigativa. Per questo entra nello spirito del Forum di domani: Bitcoin e criptovalute sono anche libertà».
Gabriel Shipton ha poi lanciato un parallelismo tra Wikileaks e i Bitcoin, mentre quest'ultimi «permettono di decentralizzare i sistemi bancari, Wikileaks permette una decentralizzazione dei media. Sono strumenti innovativi permessi dalla crittografia, che può risolvere problemi all'interno della società».
«La crittografia è un mezzo per combattere la coercizione», ha aggiunto Stella Assange, «in quanto permette di anonimizzare le fonti. Queste tecnologie favoriscono quindi la libertà di parola».
Durante il forum, lo ricordiamo, i partecipanti potranno fare un'esperienza unica di realtà virtuale sulle orme di Julian Assange. Per i visitatori sarà un’occasione di riflessione sulla libertà di parola attraverso la navigazione virtuale (a Villa Ciani) dei luoghi dove Assange ha vissuto negli ultimi 10 anni: dall'ambasciata dell’Ecuador nel Regno Unito fino all’attuale detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra.
La visita in Municipio - Prima della conferenza i famigliari di Assange sono stati accolti a Palazzo civico dal sindaco Michele Foletti, dai Municipali Lorenzo Quadri e Tiziano Galeazzi e dal Segretario comunale Robert Bregy. Nel breve discorso di benvenuto, il sindaco ha espresso la propria vicinanza alla famiglia. «Seguiamo con trepidazione, sconcerto e speranza il calvario di Julian, segregato per avere divulgato documenti che hanno mostrato il lato buio d'istituzioni democraticamente elette. Ci auguriamo che questa vicenda possa incontrare al più presto un finale dove l’interesse e la priorità dell'essere umano prevalgano su qualsiasi altra considerazione».