Il summit di Glasgow dovrà essere un punto di svolta nella lotta al surriscaldamento globale, secondo i leader
Gli Stati Uniti, guidati da Biden, vogliono fare da esempio: «Questo è il decennio decisivo sul clima»
GLASGOW - «Siamo a un minuto dalla mezzanotte nell'orologio dell'Apocalisse».
È così che il premier britannico Boris Johnson, padrone di casa, ha introdotto il suo discorso d'apertura alla Cop26, il summit climatico delle Nazioni Unite che ha portato a riunirsi centinaia di leader globali a Glasgow, in Scozia.
Per Johnson, «esistono le tecnologie ed i soldi» per vincere la gara legata al cambiamento climatico, «ora serve la volontà, e ora è il momento di agire». Secondo il Primo ministro britannico, «abbiamo l'opportunità e il compito di rendere questo summit il momento in cui l'umanità inizia a disinnescare la bomba climatica, oggi è il giorno in cui cominciamo inequivocabilmente la lotta contro il cambiamento climatico. Sarà difficile, ma possiamo farcela».
Volontà, soldi e tecnologia: sono queste le tre sfere tematiche attorno a cui si sono poi incentrati i discorsi dei leader che hanno preso il posto di Johnson davanti alla platea.
In primis Antonio Guterres, il Segretario generale dell'Onu: «I sei anni dall'accordo di Parigi sono stati i più caldi di sempre. Anche nel miglior scenario, le temperature saliranno di due gradi. I giovani lo sanno. Ogni nazione è in grado di vederlo. Stiamo andando verso la catastrofe e un fallimento non è un'opzione, ma una sentenza di morte, ci stiamo scavando la fossa da soli».
Poco dopo ha preso la parola anche Mario Draghi, che ha sottolineato in particolare l'importanza di «rafforzare i nostri sforzi nel campo dei finanziamenti per il clima. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e quello privato, in modi nuovi. I soldi non sono un problema, se vogliamo usarli bene».
«Il previsto aumento delle temperature globali è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta: da incendi a inondazioni catastrofici, dallo scolorimento delle barriere coralline alla perdita di biodiversità, l'impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente» ha poi aggiunto il premier italiano.
«Gli Stati Uniti pronti a fare da esempio»
L'attesissimo discorso di Joe Biden ha avuto luogo attorno alle 16: «Gli Stati Uniti non sono soltanto tornati al tavolo, ma sono pronti a guidare con il proprio esempio. Siamo in grado di annunciare che entro il 2050 avremo zero emissioni nette di anidride carbonica e faremo di più per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad accelerare la propria transizione energetica».
«Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni?», ha poi chiesto ai presenti il leader statunitense, «questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow deve dare il calcio di inizio al cambiamento climatico».
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha poi invitato i «più grandi produttori di emissioni di Co2», che sono «in ritardo» sui loro impegni ad «aumentare le loro ambizioni nei prossimi giorni» della COP26, riferendosi in particolare a Russia e Cina: «Questi Paesi devono allineare le loro strategie nazionali con il nostro obiettivo di 1,5 gradi, è un fattore chiave per la nostra strategia».
Narendra Modi, invece, ha dichiarato che l'India ridurrà entro il 2030 «di un miliardo di tonnellate» le sue emissioni. Oltre a ciò «soddisferà il 50% della sua domanda totale di energia con fonti verdi». Per l'obbiettivo emissioni zero, invece, il Premier ha indicato la scadenza del 2070.
Inoltre, hanno preso la parola anche il Principe Carlo, che ha sottolineato la gravità dell'emergenza climatica anche rispetto a quella sanitaria del Covid e il naturalista David Attenborough, che ha dichiarato che «occorre una nuova risoluzione industriale», ma anche un'attivista dell'Amazzonia.