Guy Parmelin ha parlato oggi alla COP26: «Tutti i Paesi devono raggiungere la neutralità al più tardi nel 2050».
Il Presidente della Confederazione ha pure ricordato che «un bambino nato oggi dovrà affrontare quattro volte più fenomeni estremi rispetto ai suoi nonni».
GLASGOW - Gli impegni attuali per frenare i cambiamenti climatici non sono sufficienti: tutti i Paesi, in particolare quelli che inquinano di più, devono raggiungere la neutralità climatica al più tardi nel 2050. È quanto ha detto il presidente della Confederazione nel suo discorso alla COP26 di Glasgow.
«Un bambino nato oggi nel mio Paese dovrà affrontare quattro volte più fenomeni estremi nel corso della sua esistenza rispetto ai suoi nonni», ha detto secondo la versione scritta del suo intervento. Modifiche ambientali particolarmente rilevanti per una realtà alpina come quella svizzera.
È quindi responsabilità degli uomini politici utilizzare ogni possibilità per limitare i cambiamenti climatici. Secondo Parmelin, alla COP26 bisogna raggiungere tre obiettivi minimi: mettersi in cammino per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, fissare regole solide per applicare l'Accordo di Parigi e mobilizzare i mezzi finanziari per realizzare le ambizioni.
Gli obiettivi a lungo termine non sono però tutto: molte tappe possono già essere raggiunte entro il 2030. La Svizzera vuole far parte di questa strategia globale, con il dimezzamento delle emissioni di gas serra proprio entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050.
Verso la conclusione del suo discorso, il presidente della Confederazione ha annunciato un nuovo contributo volontario della Svizzera di 11 milioni di dollari per il Fondo di adattamento, il meccanismo relativo al Protocollo di Kyoto rivolto in particolare ai Paesi in via di sviluppo.