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Lugano's Plan ₿Bitcoin, ancora di salvezza per i civili di Gaza

04.07.24 - 06:30
Il tassista palestinese Yusef Mahmoud utilizza le donazioni in valute digitali per aiutare la popolazione stremata dalla guerra
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Bitcoin, ancora di salvezza per i civili di Gaza

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Il tassista palestinese Yusef Mahmoud utilizza le donazioni in valute digitali per aiutare la popolazione stremata dalla guerra

In un articolo pubblicato su Bitcoinmagazine, viene raccontata la storia di Yusef Mahmoud, un tassista palestinese che ha trasformato le donazioni in Bitcoin in uno strumento vitale per alcuni civili intrappolati a Gaza. La vita, nella città palestinese, come noto, era già ardua prima della guerra, con oltre due milioni di persone prive di accesso ad acqua pulita e a un sistema fognario adeguato e con due terzi della popolazione costretta ad arrabbattarsi ogni giorno in condizioni di povertà.

Così Yusef, incapace di restare inerme di fronte a questo scenario, durante il Ramadan del 2023 ha chiesto aiuto online, sperando che altri musulmani nel mondo contribuissero, inviando porzioni di Bitcoin (Sats), a comprare cibo e giocattoli per adulti e bambini bisognosi di Gaza. La risposta non si è fatta attendere: Fumble, un bitcoiner britannico, dopo essersi accertato che Yusef stesse effettivamente utilizzando le donazioni per aiutare soprattutto anziani e orfani, lo ha contattato, suggerendogli di organizzare la sua iniziativa su Geyser, una piattaforma globale di crowdfunding mediante Bitcoin.

L'aggravarsi della crisi e la risposta della comunità Bitcoin

Con l'inasprirsi della situazione a Gaza, conseguentemente all'occupazione militare della striscia, la domanda di cibo e acqua è giocoforza aumentata ulteriormente in modo drastico. Ed è proprio grazie a Geyser che Yusef Mahmoud è riuscito a raccogliere altri fondi in modo efficiente: tra aprile 2023 e maggio 2024, oltre 1.500 persone hanno contribuito alla sua iniziativa, permettendogli di acquistare beni di prima necessità per ben 20.000 famiglie e 500 orfani.

Proprio in quel momento, si è materializzata, anche a queste latitudini, una verità che si era già fatta strada in altri contesti del globo: laddove, nel mondo, le banche sono troppo costose, congelano i conti e i processori di pagamento non operano, Bitcoin e alcune stablecoin emergono come un'alternativa vitale. Sì, perché la natura peer-to-peer e decentralizzata di BTC ha consentito e consente a Yusef di aggirare le barriere della finanza tradizionale per ricevere aiuti dall'estero e distribuirli sul territorio, con commissioni di cambio in valuta fiat intorno al 5%, quindi di molto inferiori alle alternative attivabili in questo momento della storia sul territorio di Gaza.

«Si capisce perché, qui, sempre più persone usano le valute digitali: non c'è altro modo», ha tagliato corto il tassista-attivista palestinese. Altre piattaforme di crowdfunding, peraltro, o non operano a Gaza o hanno inserito la zona nella lista nera, rendendo impossibile inviare o ricevere fondi se si è registrati dalla Palestina. Geyser, invece, continua a permettere alle persone di questi luoghi di operare transazioni, con precauzioni aggiuntive come la richiesta di identificazione per assicurarsi che gli stessi non siano utilizzati per supportare individui od organizzazioni sanzionati.


La determinazione di Yusef e le sfide quotidiane

Nonostante le difficoltà logistiche e burocratiche nel far arrivare le forniture, Yusef non si arrende. «I cittadini non hanno colpe in questa guerra, per questo li aiuto», ha spiegato. Tra i suoi “successi”, meritano di certo una menzione l'acquisto di 2.700 polli dall'Egitto e la costruzione di quasi 100 tende per le famiglie sfollate. Il progetto di Yusef su Geyser è tra i più finanziati, ma a volte fatica a stare al passo con le necessità di questa zona “caldissima” del pianeta, dove i bisogni delle persone si fanno sempre più stringenti. Il già menzionato Fumble lo aiuta a diffondere il messaggio su X (ex Twitter) per mantenere vivo il flusso di donazioni, bilanciando trasparenza e sicurezza dei civili: «Bisogna essere molto attenti - ha sottolineato -, vogliamo mostrare il più possibile cosa sta succedendo e i contenuti di prima mano di Yusef sono preziosi in tal senso. Più trasparenza c'è, più le persone sono propense a donare. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo proteggere i civili innocenti di Gaza, molti dei quali si sentono abbandonati dal mondo».

Un futuro di speranza, grazie a Bitcoin

Nonostante tutto, il protagonista di questa storia è fiducioso: la vita, presto o tardi, tornerà alla normalità. Nel frattempo, si aggrappa alle donazioni in Bitcoin per far superare alla sua gente un giorno alla volta. Una storia che dimostra come questa tecnologia, quando ci si pone l’obiettivo di alleviare le sofferenze e ridare speranza a chi ha perso tutto, possa fare la differenza dove più serve, manifestando tutto il suo potenziale di strumento di solidarietà e resistenza, soprattutto in situazioni di crisi estrema.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
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