Negli ultimi anni la Svizzera ha introdotto diverse iniziative volte a ridurre l'impatto ambientale del traffico veicolare, una delle quali è la cosiddetta "tassa di collegamento". Un provvedimento, attuato a livello cantonale, che si propone di limitare il traffico nelle aree urbane e di incentivare l'uso di mezzi di trasporto alternativi, come i trasporti pubblici, la bicicletta o il car sharing.
Nel dettaglio, la tassa di collegamento riguarda principalmente le aziende e i proprietari di edifici commerciali dotati di parcheggi. L'obiettivo è semplice: disincentivare l'uso massiccio di veicoli privati per gli spostamenti casa-lavoro o per shopping riducendo così il numero di automobili che ogni giorno invadono le strade delle città svizzere, in particolare nelle ore di punta. Il nome "tassa di collegamento" deriva dal fatto che i parcheggi collegati a questi edifici sono considerati i principali punti di accesso che contribuiscono ad aumentare il traffico automobilistico.
Come funziona la tassa
Il meccanismo della tassa varia da cantone a cantone, ma il principio di base rimane lo stesso. Le aziende o i negozi (centri commerciali) che mettono a disposizione un certo numero di parcheggi per i loro dipendenti o clienti devono pagare una tassa, calcolata in base al numero di posti disponibili e al loro utilizzo. Tale imposta può variare a seconda della dimensione dell'azienda e della posizione dell'edificio. I proventi raccolti vengono spesso reinvestiti in infrastrutture per la mobilità sostenibile, come il miglioramento del trasporto pubblico o la costruzione di piste ciclabili.
Nel Canton Vaud, per esempio, la tassa di collegamento è stata introdotta nel 2019, suscitando un acceso dibattito. Le aziende con più di dieci posti auto disponibili devono pagare un importo annuale per ciascun parcheggio. Il costo varia dai 400 ai mille franchi svizzeri all'anno per ogni posto, a seconda della località.
Le ragioni alle base della tassa
La Svizzera, pur avendo una delle reti di trasporto pubblico generalmente efficiente, deve fare i conti con problemi di traffico, soprattutto nei grandi centri urbani, e il conseguenziale aumento delle emissioni di CO2 e inquinamento acustico. Senza poi contare il fatto che, in alcune aree urbane, le infrastrutture stradali faticano a sostenere il crescente flusso di traffico, con conseguenti ritardi, stress per i pendolari e danni economici dovuti alla perdita di produttività. La tassa di collegamento è stata pensata proprio per affrontare queste sfide, promuovendo modalità di trasporto più sostenibili e riducendo la dipendenza dalle automobili private.
Le critiche alla tassa
Come spesso accade con misure fiscali di questo tipo, la tassa di collegamento ha sollevato diverse critiche, soprattutto da parte delle imprese e delle associazioni economiche. Molti sostengono che si tratti di una misura eccessivamente punitiva, che colpisce le aziende senza offrire valide alternative per i dipendenti o per la clientela che non possono usufruire dei mezzi pubblici o per chi vive in aree meno servite.
In particolare, alcune imprese lamentano che la tassa potrebbe scoraggiare l'insediamento di nuove attività nelle aree urbane e che potrebbe rappresentare un ulteriore onere in un contesto già competitivo e costoso come quello svizzero. Tuttavia, i sostenitori della misura sottolineano che i fondi raccolti sono destinati a migliorare l'accessibilità e l'efficienza del trasporto pubblico, contribuendo a lungo termine a ridurre i costi associati al traffico, come quelli legati all'inquinamento e alla manutenzione delle strade.
La situazione in Ticino
La tassa di collegamento in Canton Ticino dovrebbe entrare ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2025. Il tributo è stato pensato per ridurre il traffico veicolare, colpendo in particolare i grandi generatori di traffico, a partire dalle le aziende con almeno 50 posti auto.
Nel concreto, ad essere assoggettati alla tassa saranno i proprietari dei fondi o di un insieme di fondi in connessione spaziale o funzionale, sui quali vi sono posteggi per almeno 50 autoveicoli nei Comuni in cui si applica il regolamento cantonale posteggi privati. Saranno esenti dalla tassa i posteggi destinati alle abitazioni, agli utenti di strutture pubbliche o d'utilità pubblica (es. visitatori di ospedali), come pure impianti Park&Ride o posteggi ad uso pubblico non utilizzati da pendolari rispettivamente non a disposizione in modo preponderante di singole attività.
Nel concreto, ad essere assoggettati alla tassa saranno i proprietari dei fondi o di un insieme di fondi in connessione spaziale o funzionale, sui quali vi sono posteggi per almeno 50 autoveicoli nei Comuni in cui si applica il regolamento cantonale posteggi privati. Saranno esenti dalla tassa i posteggi destinati alle abitazioni, agli utenti di strutture pubbliche o d'utilità pubblica (es. visitatori di ospedali), come pure impianti Park&Ride o posteggi ad uso pubblico non utilizzati da pendolari rispettivamente non a disposizione in modo preponderante di singole attività.
La tassa, hanno specificato le autorità cantonali, non avrà effetto retroattivo.
Da notare che l'introduzione della misura ha già subìto un ritardo nell'attuazione a causa delle difficoltà economiche generate dalla pandemia. E nonostante alcune ancora ferme opposizioni, soprattutto da parte dell’Unione Democratica di Centro (UDC), il Governo ticinese ha confermato la sua volontà di procedere con l’applicazione della tassa. Il dibattito resta comunque acceso, poiché alcune forze politiche chiedono l'abrogazione della tassa, argomentando che potrebbe colpire maggiormente i lavoratori e i pendolari, compresi i frontalieri, che potrebbero anche accusare di riflesso una decurtazione sui loro stipendi.
Il Ticino infatti, come noto, è caratterizzato da un territorio collinare e montuoso, con una rete di trasporti pubblici che, pur funzionando discretamente in città come Lugano, Bellinzona e Locarno, potrebbe rivelarsi non sufficientemente capillare nelle aree più periferiche. Inoltre, molti lavoratori transfrontalieri attraversano quotidianamente il confine con l’Italia per recarsi in Ticino, creando un flusso di traffico significativo che rende ancora più complesso il problema.
Conclusione
La tassa di collegamento rappresenta uno strumento che, seppur controverso, mira a ridurre l'impatto del traffico nelle aree urbane svizzere e a incentivare una mobilità più sostenibile. L'adozione di misure come questa può contribuire a creare un futuro più verde e vivibile, ma al contempo impone sfide sia per le imprese che per i lavoratori, in particolare per i pendolari e i frontalieri.
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