Raddoppiati se non triplicati. I numeri forniti dall'annuale rapporto di polizia destano preoccupazione.
Ma vanno contestualizzati. Il Capitano Marco Mombelli: «Su un arco temporale più esteso si notano spesso fluttuazioni, anche se la tendenza è effettivamente al rialzo».
BELLINZONA - Nel 2021 la Polizia ha registrato un totale di 17’943 reati, con un aumento del 16.1% in rapporto al 2020. Questo aumento si riflette purtroppo anche nell’ambito della violenza domestica. Spicca, in questo caso, l’aumento di reati a sfondo sessuale: gli atti sessuali con fanciulli sono passati dai 3 casi del 2020 al 12 del 2021, gli episodi di coazione sessuale da zero casi a cinque, quelli di violenza carnale da uno a tre e gli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere da 1 a 4.
E non va meglio fuori dalla sfera domestica. A livello cantonale gli atti sessuali con bambini sono passati da 28 a 44, sono raddoppiati i casi di coazione sessuale e sono triplicati i casi di violenza carnale. Lo stesso per gli atti sessuali con persone incapaci di discernimento. Fra le vittime, il 50% sono minori, il 70% di sesso femminile.
Per decriptare tutti questi numeri abbiamo contattato il Capitano Marco Mombelli, a capo del secondo reparto giudiziario della Polizia Cantonale.
Come spiega questo aumento dei reati a sfondo sessuale?
«Va detto, non bisogna focalizzarsi su un periodo così corto. E non siamo nemmeno in grado di dire se questo incremento sia frutto dell'effetto pandemia, quindi di una minore mobilità individuale registrata nel 2020. Possiamo invece affermare che, considerando un arco temporale più esteso, si notano continue fluttuazioni - magari dovute a un'inchiesta più articolata -, che su dei numeri piccoli come quelli del Ticino possono generare questi aumenti da un anno all'altro».
Sul lungo periodo siamo in grado di stabilire qual è la tendenza?
«Negli ultimi 20 anni si registra un costante aumento delle denunce nel contesto dei reati sessuali. Lo si vede in particolare per quanto riguarda gli abusi su minori. Così in Ticino, nel resto della Svizzera e nel mondo».
Per atti sessuali con fanciulli cosa si intende esattamente?
«Il coinvolgimento di un minore sotto i 16 anni in atti di carattere sessuale, in senso molto ampio. Non ci deve essere necessariamente la penetrazione, anche un bacio linguale può essere considerato atto sessuale».
A cosa è dovuta questa tendenza?
«Non a un maggior numero di eventi in quanto tali, quanto piuttosto a un maggior numero di denunce frutto anche delle campagne di sensibilizzazione. L'argomento è sempre meno un tabù e, di conseguenza, la parte sommersa dell'iceberg è sempre più piccola. Dobbiamo ringraziare per questo anche il percorso di formazione seguito dai docenti, dagli infermieri pediatrici, dalla polizia, dagli adulti di riferimento in generale».
Quali sono i contesti nei quali avvengono questi reati?
«Nel caso dei minori, il contesto è soprattutto quello familiare o la stretta cerchia di conoscenze. Tra l'altro sono molto rari i casi in cui gli autori usano la violenza fisica per commettere gli abusi. Normalmente i minori vengono manipolati psicologicamente».
E fuori dai luoghi privati?
«Detto che sono circostanze rare, i luoghi in cui si può consumare un abuso possono essere la pubblica via, il gabinetto di un esercizio pubblico... Ma non deve passare il messaggio che girare da sole per il centro di Lugano è pericoloso. Sono eventi molto rari».
Il lavoro d'indagine immagino sia molto complesso
«Si ha a che fare con esseri umani, con una sfera estremamente personale e privata. E con fatti molto delicati dalle conseguenze potenzialmente devastanti a livello psicologico. Bisogna veramente agire con competenza. Non a caso la Polizia Cantonale ha la sua sezione specialistica che si occupa esclusivamente di questo».
Violenza sulle Donne: «C'è ancora molta strada da fare»
«È chiaro che ci troviamo di fronte a un'emergenza», ci tiene a sottolineare la deputata socialista e segretaria centrale delle Donne socialiste svizzere Gina La Mantia che, lo scorso anno, aveva firmato il rapporto su tre atti parlamentari per combattere e prevenire la violenza domestica. «Il Cantone ha finalmente intrapreso dei passi in tal senso, penso al piano d'azione contro la violenza, o alla modifica di legge che permette il braccialetto elettronico. La direzione è quella giusta, ma c'è ancora della strada da fare».
«Di sicuro - prosegue - bisogna affrontare con urgenza la questione del numero verde. Serve a livello federale un numero - possibilmente di tre cifre così da essere facilmente memorizzato - al quale affidarsi in caso di necessità». «Per quanto riguarda l'aumento di questi dati - conclude La Mantia -, io mi auguro anche che, almeno in parte, siano conseguenza della maggior sensibilizzazione che ha portato a denunciare più spesso quegli abusi che, un tempo, venivano quasi giustificati».