Sarebbe stato lui stesso ad ammetterlo nel corso di un interrogatorio
MAGGIA - È stato l'impresario bellinzonese di origini balcaniche a fornire la pistola che il 42enne locarnese ha utilizzato per uccidere il custode del Centro scolastico dei Ronchini di Aurigeno, lo scorso 11 maggio.
Sarebbe stato lui stesso ad ammetterlo durante un recente interrogatorio, come riferisce il Cdt. L'uomo, però, avrebbe negato di essere a conoscenza della volontà del 42enne di togliere la vita a una persona. Dell'arma - recuperata dopo il delitto - si sa molto: fu rubata mesi prima in un'abitazione privata del Locarnese. Il ladro soggiornava nell'appartamento dell'impresario.
Resta da chiarire il ruolo della 33enne dipendente del negozio gestito dallo sparatore: sarebbe stata lei, arrestata nelle scorse settimane con l'accusa di complicità in assassinio, a fare da tramite tra l'impresario e l'assassino.