Over57 - Benessere socialeCambiamento demografico in Ticino: una sfida per tutti

I dati sono ormai più che acclarati: il Ticino invecchia rapidamente, come d'altronde tutto il resto dell'Europa. Rispetto ad altri cantoni svizzeri, però, il Canton Ticino registra un cambiamento demografico più accentuato e la sua popolazione è la più anziana dell'intero paese.

Il modo per misurare l'invecchiamento della popolazione di un paese è valutare la percentuale di persone che hanno più di 65 anni e in Ticino questo tasso ha raggiunto il 23,4%. Questo dato dipende da diversi fattori, tra cui il basso tasso di natalità e un discreto aumento dell'aspettativa di vita.

Per diverse ragioni, l’invecchiamento della popolazione rappresenta sempre una sfida impegnativa, sia per il sistema previdenziale e l'economia, sia per le famiglie. Ma per contro, quando gestito in modo oculato, può anche rivelarsi un'opportunità per riportare al lavoro quella parte della cittadinanza che è stata costretta ad andare in pensione, ma che, in realtà, vorrebbe ancora rendersi utile.

Invecchiamento popolazione in Ticino: cosa succede al sistema pensionistico

Ti sei mai chiesto a quanto ammonterà la tua pensione? La risposta dipende molto da come si evolverà l'andamento demografico in Ticino. Al momento, infatti, i dati ci dicono che sempre più persone smettono di lavorare e iniziano a ricevere la pensione, ma nel contempo, a causa dell'invecchiamento della popolazione, ci sono sempre meno lavoratori. E questo, ovviamente, si traduce in minori contributi pensionistici.

Perché? Perché il sistema pensionistico si basa su un principio semplice e matematico: le generazioni attive, quindi quelle più giovani, sostengono quelle inattive, che sono in pensione.

È evidente, quindi, che affinché il sistema sia sostenibile, bisognerà trovare delle soluzioni, come aumentare l'età pensionabile, far pagare contributi più alti ai lavoratori o decidere di abbassare l'importo delle pensioni. Siamo sinceri: nessuna di queste opzioni è auspicabile, quindi non ci resta che augurarci che il governo federale tiri fuori il proverbiale “coniglio dal cappello”.

Carenza di manodopera e criticità

L'invecchiamento demografico, però, non grava solo sullo stato, ma anche sulle aziende, che da qualche tempo faticano sempre di più a trovare manodopera, soprattutto in alcuni settori. Pensa che secondo uno studio della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, entro il 2026 in Ticino mancheranno addirittura 12.000 lavoratori.

Quali saranno i settori più colpiti? Tutti quelli che operano nel settore tecnico e scientifico, nel commercio e nel manifatturiero, ma soprattutto nel comparto sanitario. E questo rappresenta un vero dramma per tutto il cantone.

La tenuta della sanità è a rischio?

Purtroppo, la risposta a questa domanda è sì. In conseguenza di un minor gettito fiscale, infatti, è evidente che le risorse da destinare alla sanità diminuiranno. E questo impatterà significativamente su tutta la popolazione, in particolar modo su chi ha più bisogno di cure, come ad esempio gli over 65.

In un momento in cui sarebbe indispensabile potenziare le strutture residenziali e l'assistenza domiciliare, infatti, la minore disponibilità di denaro finirà per ridurre i servizi per la Terza Età, mettendo a dura prova la qualità di vita di chi, invece, avrebbe bisogno di maggior tutela.

Inoltre, l'invecchiamento della popolazione imporrebbe l'istituzione di più importanti programmi di screening per la prevenzione delle patologie, nonché di interventi per la presa in carico di pazienti affetti da malattie degenerative e croniche. Tutto questo, invece, rischia di saltare, costringendo gli over 65 a doversi appoggiare su famigliari e parenti per un'eventuale assistenza. Ma in questo quadro desolante, una buona notizia c'è.

Le opportunità nascoste dell'invecchiamento demografico

Per ovviare al problema della carenza di manodopera e del minor gettito fiscale per coprire le spese, il governo sta pensando di aprire all'immigrazione, facilitando l'ingresso dei cittadini stranieri. Ma l'immigrazione non è l'unica via d'uscita, perché sempre più spesso si parla anche di sfruttare le competenze e l'esperienza della Terza Età.

In questo caso, però l'innalzamento dell'età pensionabile non c'entra, perché si tratterebbe semplicemente di impiegare tali risorse in modo flessibile, per conciliare le necessità del mercato con il giusto diritto al riposo degli over 65.

D'altronde, perché no? Le migliori condizioni di vita permettono alla maggior parte dei pensionati di godere di ottima salute, quindi perché non dargli una chance per rimanere attivi e partecipi della vita pubblica? Inoltre, questo potrebbe tradursi anche in un notevole vantaggio per quei pensionati che, per varie ragioni, al termine della vita lavorativa si ritrovano con un assegno mensile insufficiente a coprire le spese.

A tal fine, però, è necessario che anche gli over 65 ci mettano del loro, tenendosi aggiornati e imparando a usare la tecnologia, così come è indispensabile che le aziende abbandonino i loro pregiudizi sulla Terza Età.

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