Che interessano 100 grandi mittenti: «In queste condizioni, l'attuale volume non è semplicemente più gestibile»
Critici i commercianti: «C'è chi ha investito sulla logistica per far fronte alla domanda in crescita»
BERNA - La Posta, confrontata con un vertiginoso incremento del traffico pacchi dovuto alla pandemia di coronavirus, tira il freno a mano e si appresta a contingentare i volumi di spedizione dei suoi 100 maggiori clienti. Altrimenti non sarà più in grado di far fronte all'enorme flusso di pacchi. Allertato, il settore della vendita per corrispondenza sta valutando quali misure adottare.
La Posta ha comunicato oggi ai suoi clienti principali di voler introdurre con effetto immediato una quota massima per giorno lavorativo di pacchi standard come misura d'emergenza, ha spiegato questa sera il portavoce del gigante giallo Oliver Flüeler, interpellato dall'agenzia di notizie Keystone-ATS. Con questa misura la Posta intende proteggere i propri collaboratori e mantenere l'approvvigionamento di pacchi in Svizzera.
Il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha concesso alla Posta un contingentamento per una settimana, fino a Pasqua, ha precisato Flüeler. Su iniziativa del DATEC, in una tavola rotonda il gigante giallo, i venditori per corrispondenza, i concorrenti e le parti sociali sono invitati a trovare soluzioni valide per affrontare il più rapidamente possibile il problema della marea di pacchi.
Dall'inizio dell'emergenza, la Posta ha dovuto far fronte a un enorme aumento della distribuzione di colli. Il volume dei pacchi ha raggiunto di giorno in giorno nuovi livelli record e in alcuni casi ha addirittura superato le quote del periodo natalizio.
"I peggiori timori si sono avverati", scrive oggi l'Associazione delle imprese svizzere di vendita per corrispondenza in una nota. Senza misure adeguate, lo smistamento e la distribuzione dei pacchi rischia il collasso.
Nel comunicato, l'Associazione formula cinque misure che potrebbero contribuire a disinnescare la situazione. In primo luogo bisognerebbe dare la precedenza alle attività nazionali, sospendendo le cosiddette spedizioni UPU (Universal Postal Union). Si tratta di oltre 100'000 piccole spedizioni di merci al giorno provenienti dall'estero: per l'Associazione queste capacità dovrebbero essere liberate a favore del commercio nazionale.
Come seconda misura, la Posta dovrebbe utilizzare il suo canale di smistamento e distribuzione "lettere" anche per i pacchi di piccole dimensioni. In terzo luogo, fino a quando non vi sarà un allentamento nelle chiusure dei negozi, bisognerà consentire le consegne anche la domenica e nei giorni festivi. Quarta misura: introdurre una "raccolta controllata", rispettando le regole di distanza e di dosaggio in vigore nel commercio al dettaglio per i prodotti alimentari.
Ultima misura: revocare al più presto la chiusura dei settori non food nella grande distribuzione e nei negozi di alimentari. Secondo l'Associazione, il blocco dei prodotti di uso non quotidiano nei negozi rappresenta infatti un onere aggiuntivo non indifferente per il sistema dei pacchi.
Grazie a queste misure, secondo l'Associazione, si potrà mantenere la distribuzione dei pacchi rifornendo in maniera affidabile i consumatori.