LUGANO - Il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri interroga il Consiglio Federale sulla libera circolazione e sui danni che questa arrecherebbe in Ticino. Il deputato parte da un rapporto, statistico federale secondo cui la libera circolazione delle persone non causerebbe problemi né distorsioni degne di nota – e soprattutto di interventi rapidi ed importanti – sul mercato del lavoro ticinese.
Eppure spiega Quadri “ In un’intervista pubblicata sul quotidiano 20 Minuti, la capoufficio Lorenza Rossetti ha infatti dichiarato che, a seguito della massiccia presenza dei frontalieri «nel terziario ci sono troppi abusi. E’ un settore che coinvolge migliaia di persone ed è quello più a rischio. (…)Nel primo semestre del 2011 abbiamo constatato che circa il 30% dei salari era inferiore ai 3000 Fr mensili. Un campanello d’allarme». A seguito di questa situazione, al fine di esercitare pressioni sulle aziende che assumono frontalieri a scapito dei residenti, l’Ufficio citato ha deciso di chiedere alle aziende che domandano il rilascio di permessi in settori “sospetti” di giustificare il ricorso a personale d’Oltreconfine. Purtroppo questa misura è priva di effetti pratici dal momento che i permessi richiesti vanno comunque rilasciati. Una simile iniziativa, come pure le dichiarazioni della funzionaria cantonale citata, sono però un chiaro indice di turbative sul mercato del lavoro ticinese, in contraddizione con la posizione ottimistica del Consiglio federale”.
Da qui le sue richieste al Consiglio Federale per capire intanto come questo giudica le parole della responsabile dell’Ufficio per la sorveglianza del lavoro del DFE, se il Consiglio Federale sia in contatto con il governo cantonale, e se è sua intenzione accordare al Ticino gli strumenti necessari per poter limitare l’afflusso incontrollato di frontalieri a scapito dei lavoratori residenti.