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STATI UNITI

Gli europei non vanno più negli Stati Uniti

I turisti dell'Europa del Nord sono diminuiti a marzo del 17% rispetto a un anno fa. «Trump ha distrutto la reputazione del paese»
Depositphotos (bitpics)
Fonte ATS
Gli europei non vanno più negli Stati Uniti
I turisti dell'Europa del Nord sono diminuiti a marzo del 17% rispetto a un anno fa. «Trump ha distrutto la reputazione del paese»

WASHINGTON - Gli europei non vanno più volentieri negli Stati Uniti, e questo anche prima dei dazi, che potrebbero anche peggiorare il trend. I dati sono stati evidenziati dal Financial Times", che ha elaborato i numeri dell'International Trade Administration (ITA). I visitatori provenienti dall'Europa occidentale che hanno soggiornato almeno una notte negli Stati Uniti sono diminuiti del 17% a marzo rispetto a un anno fa. Nel caso di alcuni paesi, però, il calo è più consistente e va oltre il 20%, come per l'Irlanda, la Norvegia e la Germania. Il turismo vale il 2,5% circa del prodotto interno lordo americano.

Le stime per il futuro non buttano bene: la scorsa settimana Accor - catene di hotel francese - ha dichiarato che le prenotazioni per i visitatori europei negli Stati Uniti quest'estate sono diminuite del 25%. Numeri che non tenevano conto, dato che risalgono a prima dei fatti, dei dazi prima inseriti poi sospesi.

E gli operatori non sono certo leggeri nei commenti. «In soli due mesi Trump ha distrutto la reputazione degli Stati Uniti», ha dichiarato al giornale Paul English, co-fondatore del sito web di viaggi Kayak. «Non è solo un altro terribile colpo all'economia statunitense ma rappresenta pure un danno alla reputazione che potrebbe richiedere generazioni per essere riparato».

Naren Shaam, Ceo del sito di prenotazione viaggi Omio, ha dichiarato che i tassi di cancellazione per le prenotazioni verso gli Stati Uniti sono stati del 16% più alti nel primo trimestre rispetto all'anno precedente, con i viaggiatori provenienti da Regno Unito, Germania e Francia che hanno mostrato un tasso di cancellazione ancora più alto, pari al 40%. Non sorprende a questo punto il crash di oltre il 30% dei viaggi provenienti dalla Danimarca, sull'onda delle minacce di annessione della Groenlandia da parte di Trump.

Poi c'è la stretta alle frontiere. Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Germania, Finlandia e Canada hanno aggiornato le linee guida di viaggio dopo che alcuni loro cittadini sono stati trattenuti dai funzionari dell'immigrazione.

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